C’era un melo nel cortile –
saranno forse
quarant’anni fa – dietro,
solo prati. Ciuffi
di croco nell’erba umida.

Stavo a quella finestra:
fine aprile. Fiori di primavera
nel cortile del vicino.

Quante volte, davvero, l’albero
è fiorito nel giorno del mio compleanno,
il giorno esatto, non
prima, non dopo? L’immutabile al posto
di ciò che si muove, di ciò che evolve.

L’immagine al posto
della terra inarrestabile. Che cosa
so di questo luogo,
il ruolo dell’albero per decenni
preso da un bonsai, voci
che vengono dai campi da tennis –

Terreni. L’odore dell’erba alta, tagliata di fresco.
Quello che uno si aspetta da un poeta lirico.
Guardiamo il mondo una volta, da piccoli.

Il resto è memoria.

Louise Glück, Meadowlands, Harper Collins, New York 1996 [trad. Claudio Giunta].

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