Nova di Bacà finalista allo Strega

La storia di un uomo mite che si confronta con la parte indecente e vergognosa della vita: la violenza

  • Fabio Bacà sembra uno scrittore con due metà: da una parte mostra una vivacità inventiva sorprendente che si ravviva a ogni collisione violenta, e dall’altra, quei continui scontri rilasciano sulle sue pagine un malinconico senso di transitorietà e vulnerabilità.
  • Tutto ha inizio quando un ubriacone tenta di molestare sua moglie in un ristorante dove si erano dati appuntamento per pranzo. Davide è appena entrato nel locale, quand’ecco che vede quello sconosciuto afferrare un lembo della camicetta della moglie. Davanti alla minaccia Davide più che spaventarsi resta perplesso. Pietrificato.
  • Il cervello, Davide lo sa meglio di noi, è plastico e malleabile. Saprebbe adattarsi. Ma il suo cervello in questo momento non sembra lo stia aiutando granché. Davide non lo sa, ma si sta comportando come Tommaso d’Aquino prescrive ci si debba comportare davanti al pericolo: restando immobili, senza soccombere al desiderio di contrattaccare.

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