Tra storia, misteri e immaginario, sia negativo che positivo, la massoneria ha sempre suscitato e suscita grande curiosità e interesse per la sua influenza, innegabile ma spesso anche solo ipotizzata o supposta. Lo conferma l’enorme bibliografia in proposito, stimata oggi non lontana dai centomila titoli. E resta comunque difficile darne una definizione precisa.

L’Enciclopedia delle religioni in Italia (Elledici) di Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli sceglie sul piano storico di parlare al plurale di massonerie collocandone la trattazione in appendice. Da una parte nega infatti che si tratti di religioni, dall’altra ne mostra la storia «che continuamente si intreccia, si incontra, si scontra con quella delle religioni» stesse.

Nel 1952 il gesuita Pietro Pirri la descriveva come una «società segreta a carattere cosmopolita e iniziatico, sorta col fine di affratellare gli uomini di tutte le nazioni e di organizzare la società su basi esclusivamente umanitarie e laiche».
Opposto e più sfumato era nel 1996 il giudizio di un altro storico, Giuseppe Giarrizzo: né chiesa né setta religiosa, «la massoneria non è nemmeno una società segreta, anche se in periodi e situazioni particolari può aver assunto ruoli e funzioni di chiesa, di setta, di società segreta».

Indubbia è comunque la contiguità con la storia del cristianesimo del fenomeno massonico, anche se Francis Yates sostiene che le sue origini «sono uno dei problemi più discussi e discutibili in tutto il campo della ricerca storica».

La narrazione sulle origini 

Tra realtà e mito si risale alle corporazioni di arti e mestieri medievali, in particolare a quelle in Inghilterra e Scozia. Ma a questa origine storica si aggiungono narrazioni mitologiche, soprattutto di origine biblica, a cui da un punto di vista interno rinvia anche il recente panorama (La massoneria italiana, Carocci) di Luca G. Manenti, fitto d’informazioni.

Il nome deriva da una di queste corporazioni: quella dei «liberi muratori» (free masons, da cui l’italiano «frammassoni» o «massoni»), muratori e architetti che si rifacevano a un insieme di leggende «rigoglioso ispirato a costruzioni famose dell’antichità, dall’arca di Noè al tempio di Salomone» (Introvigne). I principali racconti fondatori, tanto fantasiosi quanto suggestivi, sono contenuti in due manoscritti inglesi – l’Halliwell (detto Regius) e il Matthew Cooke – copiati nella prima metà del XV secolo e conservati nella British Library.

Nella versione più breve si immagina un viaggio in Egitto di Euclide, che vi avrebbe lasciato insegnamenti di geometria e di arte della costruzione in seguito trasmessi a diversi popoli. Fino a quando Athelstan, che regnò in Inghilterra tra il 927 e il 939, avrebbe dato ai liberi muratori regolamenti e costituzioni.

La storia più lunga rimonta invece addirittura alle origini dell’umanità, perché sarebbe stato lo stesso Adamo a insegnare a Caino e Abele «i segreti dell’arte muratoria», e più tardi massoni sarebbero stati Noè e i suoi figli.

Fondamentale è il contesto biblico, dove un ruolo centrale riveste il tempio voluto da Salomone e costruito dal suo architetto Chiram (Hiram) con le colonne Iachin e Boaz: nomi che si ritrovano nel settimo capitolo del primo libro dei Re e sono destinati a una fortuna persistente nella simbologia e nella nomenclatura massoniche.

Attraverso i secoli, dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme, questa tradizione sarebbe passata ai cristiani, tra i quali un gruppo di costruttori martiri, i santi Quattro coronati, popolarissimi nel medioevo.

L’altra leggenda

Questo complesso leggendario viene arricchito, ormai in età moderna, da un’altra tradizione, quella rosacrociana, tuttora vitale. All’origine vi sarebbe stato un misterioso personaggio, Christian Rosenkreutz (da cui il nome), che sarebbe venuto in possesso di antichissimi segreti alchemici e li avrebbe affidati a una «fraternità».

I tre testi che tra il 1614 e il 1616 raccontavano questa storia hanno ben presto grande risonanza, affascinando persino Cartesio e più tardi Leibniz desiderosi di ottenere queste conoscenze esoteriche.

Rosenkreutz era un personaggio immaginario e a inventarlo insieme al sapere rosacrociano era stato un pastore luterano tedesco, Johann Valentin Andreae. Con un preciso obiettivo politico e religioso: si trattava infatti, secondo le ricerche di Yates, di un movimento «illuminato» – velato di esoterismo e diffuso dall’Europa centrale protestante fino all’Inghilterra elisabettiana – per opporsi con decisione alla chiesa cattolica uscita dal concilio di Trento.

Opposizione che soprattutto nei paesi di tradizione cattolica contraddistinguerà buona parte della massoneria.

Le leggende di fondazione, sviluppate nella seconda metà del XVII secolo da Robert Kirk, un pastore presbiteriano scozzese, contribuiscono ad allargare – grazie anche a formule riservate agli affiliati – il reclutamento: i massoni «operativi» originari vengono così affiancati e sostituiti da quelli «accettati» e dagli «speculativi».

E tra i loro gruppi (le «logge» o anche «officine») vi sono anche i cattolici giacobiti che sostenevano Giacomo II e la dinastia degli Stuart, sconfitta nel 1714 da quella degli Hannover.

Finalmente il 24 giugno 1717, nella festa e sotto la protezione di san Giovanni Battista, che come l’evangelista omonimo aveva annunciato la Luce, quattro logge sotto la presidenza di Christopher Wren, architetto capo della cattedrale londinese di San Paolo e già «gran maestro» dei liberi muratori, fondano la Gran Loggia di Londra.

Questa si dota nel 1723 di costituzioni – dovute al pastore presbiteriano James Anderson – e diviene presto egemone. È la nascita della massoneria moderna. Le logge giacobite vengono così disperse: una è documentata nel 1735 a Roma, dove trovano rifugio gli ultimi Stuart, che saranno celebrati a San Pietro dal monumento di Canova.

La prima condanna 

Nel 1738 arriva la prima condanna papale con la lettera apostolica In eminenti di Clemente XII, ripresa nel 1751 da Benedetto XIV, quando da anni la massoneria è diffusa in tutti i principali paesi europei e nelle colonie britanniche (a Calcutta nel 1728 e nel Massachusetts nel 1735).

Indubbio è il suo ruolo nella rivoluzione americana come nel processo d’indipendenza delle colonie spagnole nell’America meridionale. Controverso resta invece quello esercitato durante la rivoluzione francese, mentre in Italia è storicamente indiscussa la partecipazione alla stagione del Risorgimento e all’aspro scontro con il papato.

Nel corso della rapida e vasta espansione mondiale la massoneria si diversifica in «obbedienze» amministrative e regionali che raggruppano le logge.

E centinaia sono i «riti», che prevedono cerimoniali differenziati e soprattutto un numero variabile di «gradi»: dai tre basilari («apprendista», «compagno», «maestro») ai classici 33 del «rito scozzese antico e accettato» e fino ai 92 del «rito di Memphis». Una lussureggiante varietà, insomma, sorretta da mitologie complicate, nella quale è difficile orientarsi.

Un rapporto difficile

Netta fin dalle origini è comunque nelle massonerie la divaricazione tra la corrente anglosassone, ispirata in buona parte a un cristianesimo vago e non dottrinale, e quella soprattutto francese e italiana, in prevalenza decisamente ostile alla religione e in particolare alla chiesa cattolica.

Con polemiche ed episodi anche clamorosi (come l’affare Taxil) lo scontro si fa durissimo – e di conseguenza le condanne papali vengono ribadite e rafforzate – durante i lunghissimi pontificati (1846-1903) di Pio IX e soprattutto di Leone XIII, quindi dal codice di diritto canonico del 1917.

Di fronte ai tentativi di avvicinamento e dialogo una dichiarazione della Santa sede ribadisce nel 1983 il giudizio negativo e la proibizione ai cattolici di far parte della massoneria. Questi sono stati confermati alla fine del 2023 da papa Francesco, benché nel nuovo codice promulgato da Giovanni Paolo II il nome delle sectae massonicae non figuri più. E periodicamente tornano notizie, peraltro incontrollabili, della partecipazione alla massoneria anche di alti prelati.

Difficili le statistiche generali: oltre il 60 per cento del «popolo massonico» si trova oggi negli Stati Uniti. Dove la storica Lynn Dumenil ha osservato la «speciale forza di attrazione» della massoneria «sugli uomini che continuavano a credere, ma che erano incerti su che cosa realmente credevano».

Molto diverse tra loro sono infine le vicende nei diversi paesi. Come in Italia ha mostrato il caso Gelli e della loggia P2, con ricadute e strascichi politici non del tutto esauriti.

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