- Lo vedo, Paolo. Con gli occhiali e la faccia da buono, sui ventidue anni o giù di lì, quando ci capitava in casa con circospezione, perché era una casa di militanti noti e lui era un militante ignoto ma suonava e componeva già da virtuoso.
- Lo vedo quando imbraccia la chitarra per proporci le ballate irriverenti che scriveva prima del ‘68, come quella che faceva il verso alla fioraia di My Fair Lady: «Io qui vendo violette/ garofani e rosette/ vuol gradire?» E sul più bello la fioraia romantica sparava la tariffa: «Son diecimila lire!»
- Mi rifiuto categoricamente di parlare di Paolo Pietrangeli al passato. Lui è un “pasionario” della politica, ma la condisce sempre col suo bagaglio di ironia e di dubbi confessati, merce rara per i sessantottini.
Lo conoscevo bene Paolo Pietrangeli. Addio al cantore del ’68
22 novembre 2021 • 21:00Aggiornato, 23 novembre 2021 • 11:23