Cara Giulia,

al momento mi trovo in un piccolo triangolo amoroso e non so bene cosa fare per uscirne, soprattutto perché la persona con cui ne parlerei normalmente – cioè la mia migliore amica e coinquilina – è coinvolta in questa situazione. Infatti il suo ragazzo, di cui segretamente sono cotta da mesi, è entrato per sbaglio nel mio letto una sera, ubriaco.

Pensando di essere nella stanza della fidanzata, si è sdraiato accanto a me, e forse confuso dal buio e dall’alcol, ha cominciato ad abbracciarmi e baciarmi. Io ho capito che doveva essersi sbagliato, ma non ho detto nulla a causa dei miei sentimenti per lui. So che avrei dovuto fermarlo, ma non ce l’ho fatta. La mattina ho ceduto al mio senso di colpa e l'ho svegliato, fingendomi scandalizzata, e l'ho rimandato nella stanza della mia amica. Ma questo incidente è servito solo a confermarmi tutte le cose che provo per lui. Devo dire alla mia amica di questi miei sentimenti per lui, o è meglio se me ne sto zitta e aspetto che mi passi?

E.

Cara E.,

alla faccia del piccolo triangolo amoroso. Questa mi sembra, più che altro, una di quelle situazioni da cui una rischia di poter uscire solo su una barella con un lenzuolo steso addosso in quanto cadavere.

La risposta alla tua domanda, ahimè, è un’altra domanda: quanto ci tieni a preservare questa amicizia? Perché se la risposta è “molto” onestamente faccio fatica a immaginarmi un mondo in cui la tua amica, dopo aver saputo la verità, abbia ancora voglia di smezzare l’affitto con te che circuisci il suo fidanzato. Le amicizie finiscono per molto meno.

Poi magari lei è una persona eccezionalmente matura e comprensiva che sta covando da tempo il desiderio di sbolognare questo smemorato di Collegno a qualcun’altra, però temo che sia molto più probabile che tu finisca a pigliarti due pizze in faccia e a cercare una stanza singola sulle bacheche di Facebook.

Ma poi dico, siamo quasi 8 miliardi di persone su questa terra. Ci sarà un altro maschio accettabile e un po’ più disponibile a cui darla senza impegno? Lo so che al cuore non si comanda, però proviamo a dargli una direzione minima, altrimenti non vedo come nessuno di voi tre possa superare l’esperienza incolume.

Poi oh, se proprio senti che non ti tieni, meglio prevenire che curare: parlarle onestamente dei tuoi sentimenti potrebbe anche essere la mossa paracula che ti mette al riparo dalla sua furia. Però l’incidente notturno dovrete portarvelo nella tomba, tu e quell’altro.


Cara Giulia,

Mio figlio ha 36 anni, è attraente e ha un appartamento tutto suo. Ha successo nella sua carriera ed è una persona adorabile e gentile, con senso dell’umorismo. Ha molti amici che sono per lo più sposati o fidanzati, ma tutti lo coinvolgono ancora in attività sociali e lui li incontra spesso. È anche felice di viaggiare da solo e ha fatto molti viaggi in tutto il mondo con gli amici e per i fatti suoi. Può sembrare ridicolo, ma mi sento molto infelice per lui che non ha qualcuno con cui condividere questi viaggi, con cui tenersi per mano, o andare al cinema o consolarsi dopo una brutta giornata di lavoro. Ha avuto alcune relazioni più o meno lunghe ma non hanno funzionato, e so che lui sarebbe un buon padre e un marito premuroso e attento. Ma per qualche motivo non riesce a sistemarsi e ho paura che un giorno potrebbe ritrovarsi solo e infelice. Io sono sicuramente un po’ di parte, ma non capisco come un ragazzo con le sue qualità non possa trovare una persona con cui condividere le gioie della vita e i suoi successi. Adesso gli sembra di avere tutto quello di cui ha bisogno, ma come starà un domani? Si pentirà di non aver fatto delle scelte diverse? Posso fare qualcosa per aiutarlo? Ci penso molto e ho provato a parlargliene, ma lui mi dice di non preoccuparmi e un po’ il discorso lo fa alterare. Ma per una mamma non preoccuparsi è impossibile.

S.

Cara S.,

mi scusi se glielo faccio notare, ma a 36 anni non si è più ragazzi da un bel pezzo. Per come la vedo io si smette di essere ragazzi quando si inizia a pagare le tasse e da come mi descrive suo figlio – persona per bene con un buon lavoro – suppongo che lui qualche 730 l’abbia già visto. Io di figli non ne ho, quindi mi fido di lei quando dice che non si finisce mai di preoccuparsi (posso solo immaginare come si senta, io ho ancora l’istinto a prendere la mano a mio fratello minore quando attraversiamo la strada vicini. Ha 21 anni). Però in tutta onestà mi sembra che lei non ne abbia alcun motivo. Suo figlio sta benone. Si diverte, viaggia, ha una casa sua e un letto in cui può dormire a quattro di bastoni. È anche fortunato abbastanza da avere un gruppo di amici che seppur accoppiati come le aragoste non lo trattano come un appestato. Non vedo problemi. Siamo portati a pensare che si debba stare in coppia a tutti i costi per godersi appieno la vita, ma la verità è che, a parte per ordinare le grigliate miste al ristorante o per cantare Don’t go breaking my heart al karaoke, essere in due non serve quasi a niente. Si rilassi, ha prodotto un essere umano autosufficiente e ben inserito nella società. Cosa vuole di più?

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