Lo scrittore racconta come nascono i suoi componimenti: «È così poco remunerativo che scriverne uno deve essere un atto che trova in sé la sua giustificazione e che non ha altri fini»
Raymond Carver è stato uno scrittore, poeta e saggista americano. Nato il 25 maggio 1938 è morto a Port Angeles il 2 agosto 1988.
«Nel periodo durante il quale ho scritto i racconti di Cattedrale ero convinto che non mi sarebbe riuscito di scrivere una poesia una neppure con una pistola puntata alla tempia».
«In ogni caso, quella sera ho scritto la mia prima poesia da molto tempo, e poi il giorno dopo mi sono alzato e ne ho scritta un’altra. È andata avanti così per dieci settimane; le poesie si susseguivano, come sull’onda di una meravigliosa energia. Non c’è mai stato un periodo in tutta la mia vita nel quale la gioia di scrivere mi abbia travolto come in quei due mesi».
Sinda Gregory: Che cosa ti ha spinto a tornare alla poesia, dopo tanti anni nei quali ti sei concentrato esclusivamente sulla narrativa? Sono venuto a Port Angeles con l’intenzione di portare a compimento un lungo racconto che avevo cominciato a Syracuse. Ma quando sono arrivato qui, sono rimasto cinque giorni seduto a godermi la pace e il silenzio (non avevo né un televisore, né una radio): un cambiamento davvero gradito, dopo tutte le distrazioni di Syracuse. E trascorsi quei cinque giorni



