Cultura

Povero Bob Dylan senza sugo: un film da guardare con gli occhi chiusi

Se qualcuno ha le carte in regola per raccontare l’alba di un’icona globale, quel qualcuno si chiama Martin Scorsese. Questo biopic lo firma invece Mangold. Il viaggio musicale tra le hit del primo Dylan è un viaggio in Paradiso. Visto a occhi aperti, è un compitino senz’anima. Il cherubino Chalamet imita passabilmente, Checco Zalone farebbe di meglio. Viene voglia di rifugiarsi nella magia domestica del vinile

Like a complete unknown, come tutti sappiamo, è Verbo dylaniano. Ricorre nel refrain di Like A Rolling Stone, esaltato da quelle pazzesche note d’organo suonate da Al Kooper, che di suo nasceva chitarrista. E se fosse autoironico A Complete Unknown sarebbe il più azzeccato dei titoli per il biopic di James Mangold che esce da noi con The Walt Disney Company il 23 gennaio, contando sulla fanseria giovanile di Timothée Chalamet per riempire le sale. Perché dopo due orette e venti di film Robert Al

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