La satira è viva, la satira è morta, la satira sta così così. Proprio mentre Maurizio Crozza lancia la nuova stagione di Fratelli di Crozza impersonando Benjamin Netanyahu – ritratto nella veste chapliniana di dittatore dalle deliranti mire espansionistiche – va in scena, sabato 13 settembre, l’edizione 2025 del Premio Satira Forte dei Marmi, diretto da Beppe Cottafavi, storico appuntamento che da oltre mezzo secolo rappresenta (con qualche imperdonabile lacuna, come il non aver mai premiato Stefano Benni) una sorta di termometro della comicità italiana.

Comicità che, ormai da tempo, non sembra più avere la politica tra i suoi bersagli favoriti, nonostante i personaggi che popolano la scena italiana si prestino allo sberleffo come non mai (ricordate? Un anno fa qua era tutto Sangiuliano). Eppure, escluse le caricature di Crozza, i comici di oggi sembrano tutt’altro che ansiosi di tuffarsi in quel mare.

La vignetta di Fabio Magnasciutti

Le eccezioni 

Tra le poche eccezioni c’è Saverio Raimondo, premio per il giornalismo, che ogni settimana, su Repubblica e il Foglio, e nella trasmissione In altre parole di Massimo Gramellini, commenta satiricamente l’attualità con una tempra e una scorrettezza alle quali forse non siamo più abituati. Non c’è da stupirsi: se è vero che la comicità riflette la società, il crescente disamore per la politica suggerisce agli artisti – anche quelli più attenti e consapevoli – di convogliare la loro ironia verso lidi più popolari.

Lo sa bene Edoardo Ferrario, che sarà premiato per l’interpretazione di Maicol Pirozzi, formidabile parodia dei tanti guru che popolano la rete promettendo denaro e successo. Se non lo avete mai incrociato su GialappaShow recuperate i suoi video in rete – e, già che ci siete, anche le puntate di Faccende Complicate, l’ultima follia di Valerio Lundini targata RaiPlay, esempio di quello che lo stesso Lundini ha definito «qualunquismo impegnato»: una serie di reportage itineranti che partono con il pretesto di approfondire temi di attualità, ma che inevitabilmente deragliano creando un effetto comico straniante e irresistibile.

Stand-up, scrittura e disegno

Tra i premiati, come ormai di consueto, dilagano gli esponenti della stand-up comedy. Oltre ai già citati Raimondo e Ferrario ci saranno anche Martina Catuzzi e Monir Ghassem, comiche che ultimamente hanno saputo conquistarsi importanti spazi televisivi, come il recente In&Out su Tv8: due voci femminili molto diverse ma ugualmente in grado di affrontare, senza filtri, argomenti sensibili.

Stand-up comedian sono anche Stefano Rapone, premiato per il suo esilarante debutto letterario Racconti scritti da donne nude (Rizzoli Lizard), e Salvo Di Paola, che al Forte ritirerà il premio per Il Baracchino, serie animata di Prime Video: un piccolo gioiello dove molteplici tecniche di animazione supportano al meglio una scrittura comica solida e profonda.

E, a proposito di scrittura, i premiati per la categoria radio saranno Francesco Lancia e Chiara Galeazzi, apprezzati autori oltre che speaker: nella loro trasmissione Chiacchiericcio (Radio Deejay) commentano i fatti del mondo con battute che non sfigurerebbero in un Late show americano e che, se venissero pronunciate su una rete nazionale, probabilmente provocherebbero interrogazioni parlamentari.

Completa il quadro dei premiati Fabio Magnasciutti, disegnatore dal tratto poetico e surrealista, che nelle sue vignette dà vita e parola agli oggetti (bombe e missili compresi) che amaramente commentano il mondo e le sue contraddizioni.

In un Premio Satira dominato dai giovani under 40 – sì, oggi gli under 40 sono giovani – spicca ancora di più il Premio Satira alla carriera a Cochi Ponzoni, che insieme a Renato Pozzetto ha influenzato e continua a influenzare tantissimi comici e autori. Perché, anche a distanza di sessant’anni, a noi continua a piacerci il mare.

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