Alla Fondazione Feltrinelli di Milano torna il festival “Satira, che peccato”. Tre giorni per riscoprire la comicità come gesto di dissenso, tra spettacoli, talk e mostre
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Finzioni, disponibile sulla app di Domani e in edicola.
Il potere ha imparato a sorridere. Non è più serio, o almeno non sempre. Ha scoperto che conviene essere simpatico, informale, ammiccante. I politici parlano il linguaggio della stand-up comedy, improvvisano battute sui social, ironizzano su sé stessi per disinnescare la critica.
Il potere oggi si auto-parodizza per apparire vicino alla gente, per confondere la comunicazione politica con l’intrattenimento. È una strategia sottile: sorridere per evitare lo scontro, abbassare il tono per sfuggire al giudizio. È la “stand-up politics”: battute su sé stessi per disinnescare la critica, meme autocelebrativi per sembrare “uno di noi”.
Ma questo sorriso è a senso unico. Perché quando è qualcun altro a ridere del potere — un comico, un autore satirico, un artista, un privato cittadino — il meccanismo si rompe. Il potere diventa permaloso, si indigna, talvolta minaccia. Il potere non ama essere guardato da fuori. Non sopporta la critica che interrompe il suo monologo. Il potere si offende. Si irrigidisce. Chiama la polizia linguistica. Parte la solita litania: mancanza di rispetto, vilipendio delle istituzioni, attacco alla democrazia.
La satira è, per sua natura, un’intrusione. È una voce fuori campo che disturba la narrazione ufficiale. Mette in discussione i codici, i rituali, i linguaggi del potere. Nel farlo, spesso viene messa all’angolo: censurata o accusata di “mancanza di rispetto”. Ma proprio in questa tensione sta il suo valore politico.
La satira non ha firmato il contratto di comunicazione politica. La satira non ha bisogno di chiedere il permesso. È maleducata. E proprio per questo rappresenta una forma di dissenso, un laboratorio di libertà. Perché, se il potere non vuole essere disturbato, allora è nostro compito disturbarlo ancora di più. Con intelligenza, ironia e coraggio.
Tre giorni di risate e dissenso
E così anche la risata può essere un gesto rivoluzionario, capace di rovesciare equilibri e aprire varchi inaspettati. È per questo che il 13, 14, 15 giugno 2025 presso la Fondazione Feltrinelli, a Milano in viale Pasubio 5 va in scena Satira, che peccato!, Festival di stand-up comedy e di satira, che curo per la terza edizione.
Il nostro Festival estivo vuole riscoprire la satira come atto politico, come “palestra di liberazione”, come scintilla di cambiamento capace di invertire i rapporti di forza.
Sono tre giornate di spettacoli e incontri che offrono il palco alle voci irriverenti che resistono al mainstream, che non rinunciano a battaglie scomode.
Le danze si sono aperte ieri, 13 giugno, con Quando ridere era rivoluzione in dialogo con Guido Vitiello, professore di cinema alla Sapienza di Roma e saggista, scrive per Il Foglio e per Internazionale.
Abbiamo parlato di Joker Scatenato, il lato oscuro della comicità, Feltrinelli Gramma. Un dialogo tagliente sulla comicità contemporanea, che ha raccontato il paradosso di un mondo dove i leader politici adottano uno stile da stand up comedy e i comici avviano inaspettate carriere politiche. Tra battute, paradossi e provocazioni, abbiamo esplorato un mondo capovolto, dove ridere fa pensare, e a volte fa anche un po’ paura.
In serata, nella bella Sala Polifunzionale della Fondazione, lo show dei Contenuti Zero con una sigla musicale cantata da Marx ed Engels.
Poi, a seguire, Il Derby di Milano: storie di gol, gufate e risate, la storia del Derby Club, storico locale milanese che negli anni Sessanta e Settanta è diventato un punto d’incontro di personaggi della notte, professionisti, sportivi e malavitosi della Milano più all’avanguardia e anticonvenzionale dell’epoca. Voce narrante uno dei protagonisti di quella stagione: Cochi Ponzoni.
Oggi, sabato 14 giugno, parleremo di Merdoni, titolo paradigmatico per Blackie, 2025, con Chiara Galeazzi, una delle migliori autrici satiriche italiane. Merdoni nasce dal disagio crescente verso i social, in particolare per l’aggressività dei commenti online. L’autrice decide di immedesimarsi in un “leone da tastiera” per esplorare il potere del giudizio facile. Con ironia e profondità, il libro riflette su salute mentale, convivenza civile e la perdita del senso dell’umorismo nell’era digitale.
E ancora, Visti da vicino. Volti e risvolti del potere con Marco P. Valli e Luca Santese in dialogo con Filippo Ceccarelli, autore di B. e uno dei più intelligenti e divertenti giornalisti italiani. Lo vedete ogni venerdì a Propaganda e sul Venerdì di Repubblica.
Sarà un incontro che esplora l’intersezione tra il giornalismo narrativo e la fotografia documentaria, mettendo a confronto il lavoro di Filippo Ceccarelli e del collettivo Cesura. In un’epoca segnata da cambiamenti rapidi e complesse dinamiche politiche, il talk offre uno spunto di riflessione sul ruolo delle immagini e delle parole nel raccontare il presente, svelando le storie dietro le notizie e i volti della politica odierna.
In serata il grande show di stand up con i più bravi e cattivi: Stefano Rapone, Daniele Fabbri, Martina Catuzzi e Saverio Raimondo. Uno spettacolo su un mondo che plasma le nostre credenze e lavora sui nostri pregiudizi e sulle nostre identità tra meme, instagram e fake news.
Domani, domenica 15 giugno, una serata di stand-up comedy con voci giovani e autentiche, provenienti da culture e percorsi diversi: Francesco Fanucchi, Monir Ghassem, Lorenzo Luporini, Davide Calgaro.
Sul palco risate che fanno pensare e storie che lasciano il segno: si parlerà di inclusione, razzismo, povertà, sogni e resistenza quotidiana. Perché, oggi, far ridere può essere il modo più potente per raccontare il mondo e provare a cambiarlo.
E poi ancora Charlie Hebdo: la Satira come Libertà, la Libertà come Resistenza. A dieci anni dall’attentato, un incontro con un membro della redazione di Charlie Hebdo per riflettere sulla libertà di stampa e sul coraggio della satira. Un’occasione per presentare Charlie Liberté, un libro-diario che racconta, con fotografie e vignette storiche, la vita dentro una redazione che ha trasformato la risata in atto di resistenza.
Il sorriso che sfida il mondo. Ridere del potere. Un percorso all’interno degli archivi della Fondazione Feltrinelli alla ricerca di tracce di satira e ribellione al potere costituito. Documenti, fotografie, manifesti, locandine, affiche, volumi. Una risorsa per chiunque sia interessato a esplorare il patrimonio culturale e avvicinarsi ai protagonisti della storia politica, economica e sociale degli ultimi due secoli.
Infine, da segnalare, la mostra Realpolitik 2018-2025. Un ritratto satirico della politica contemporanea nelle fotografie di Luca Santese e Marco P. Valli del Collettivo Cesura. 33 stampe fine art di grande formato per immergersi nella nuova iconografia e semiotica della politica italiana.
Una sovversione delle modalità con cui la politica ha cercato di rappresentare sé stessa, soprattutto tramite l’uso oculato e programmatico dei social network, in una inarrestabile transizione dalla democrazia rappresentativa verso una democrazia della rappresentazione.
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