- Sono stati cinque giorni di frullatore, ogni angolo di Milano prevedeva eventi, vernissage, inaugurazioni. Perfino la portinaia Teresa mi ha chiesto con interesse quali feste ci fossero qui in zona Porta Venezia.
- A Milano tutti sono coinvolti nel Salone del mobile, anche solo per il traffico aumentato, le file nei bar in pausa pranzo, i distributori automatici di sigarette esauriti e i taxi che non si trovano.
- Sappiamo che è una grazia dal cielo. Dopo due anni di pausa, in cui la città è stata abbandonata al suo destino, Milano ci fa sapere che non è solo una città, ma è uno stato d’animo. O ce l’hai o vivi altrove e ti godi l’aria buona. Resistono solo i temerari, che stanno al gioco.
Bisogna saper lasciare una festa quando è il momento giusto. Visto il mal di testa di oggi, non ci sono tanto riuscita. Sono arrivata a casa che l’orologio segnava le tre, ma con la serenità che questa settimana del Salone del mobile di Milano – o Design Week per gli stranieri – per me è finita. L’ultima festa era privatissima, in un attico del centro, i drink di qualità, il dj sapeva suonare e il padrone di casa – sui 35, cognome di quelli che non passano inosservati, gentile e bohémienne – av



