Se i ricordi della prima quarantena sembrano ormai appartenere alla vita di un’altra persona, l’estate appena passata è stato frutto della mia immaginazione. Intanto arriva il secondo lockdown: realizzo che tanto vale mettersi il cuore in pace, ne avremo ancora per un po’.
- Mentre si paventa una nuova chiusura, io mi sono messa avanti. Un po’ per paranoia, ma più che altro per cause di forza maggiore. Qualche giorno fa, infatti, mi è arrivata una notifica di Immuni.
- Nel mio caso erano passati dieci giorni dal rischio di contagio e a quel punto era un po’ come mettere il preservativo dopo un rapporto sessuale. Dall’Ats di Milano mi chiamano dopo cinque giorni.
- Resto in quarantena volontaria: siamo pronti stavolta, sappiamo che non abbiamo motivo di fare scorta di carta igienica. Ci saremo stancati di cantare dal balcone, dell’ottimismo, dei “ne usciremo migliori”.
Come vola il tempo quando non ci si diverte. Mi sembra ieri che preparavo i bloody mary più tristi del mondo per berli insieme ai miei amici collegati su Zoom. Se ci penso adesso mi sembrano i ricordi di qualcun altro. Eppure ci risiamo: dalla cucina mi arriva il profumo di una pizza casereccia, ho le braghe della tuta infilate nei calzini e non sto uscendo di casa da dieci giorni. Stai calma, direte voi, ancora è presto per panificare. Ma mentre si paventa una nuova chiusura, io mi sono messa



