Se rinasco voglio l’autorevolezza dell’agente Beppe Caschetto che non parla ma arriva dove vuole. L’altro giorno alla presentazione dei palinsesti del canale Nove, mentre Fabio Fazio e Luciana Littizzetto spiegavano la scelta di lasciare la Rai, lui, jeans e occhiali scuri, sedeva in ultima fila. Dietro passaggi di rete delle star e operazioni determinanti della tv, negli ultimi 20 anni c’è sempre stato lui, dividendosi la scena con pochissimi altri.

C’è lui dietro Fazio, ma anche Maurizio Crozza, Lucia Annunziata, Lilli Gruber, Corrado Formigli, Giovanni Floris, Roberto Saviano, Fabio Volo, Ubaldo Pantani, Enrico Brignano e Geppi Cucciari. Dieci anni fa ha portato lui Nicola Porro in tv, Paola Cortellesi alla conduzione di Zelig per 70 mila euro a puntata, e Luca e Paolo, all’epoca sconosciuti, al debutto del programma Camera Cafè. Ha dato lui nuova linfa anche a Stefano Di Martino, trascinandolo via dal gossip verso la conduzione di Bar Stella sulla Rai. Non rilascia interviste, parla raramente e la mia unica esperienza con lui risale a qualche anno fa. Mi chiamò perché avevo scritto un pezzo sugli agenti tv e lo avevo citato.

Quando si presentò mi trovavo in mezzo al corridoio del palazzo Niemeyer di Segrate dove era tutto open space e non esisteva privacy. Usò poche parole e le ricordo tutte. Mi chiese informazioni su una notizia che avevo dato sul giornale e poi sussurrò: «Ho capito», pausa. «Sei stata coraggiosa». Quando finii ero sudata e chiusa nello stanzino delle pulizie, l’unico che aveva la porta.

Milionarie in fila

L’altro giorno si è tenuta la conferenza stampa dei Palinsesti di La7 al Four Seasons di Milano. E oltre al fatto che le new entry della nuova stagione sono solo uomini - Massimo Gramellini, David Parenzo, Ezio Mauro, Aldo Cazzullo, Alessandro Barbero, Federico Rampini, Alberto Nerazzini - mi ha colpito la fila delle grandi occasioni fuori dal negozio di pelletteria francese Maison Goyard, proprio lì davanti, in via Gesù. La temperatura segnava 44 gradi e le più organizzate avevano portato con sé l’ombrellino da sole.

Si entrava tre alla volta e l’attesa era d’obbligo per tutte visto che il negozio è grande 70 metri quadri. Non c’erano saldi e il pezzo più economico in vendita era di 500 euro per un portachiavi. Anche su Vestiarie Collective - l’App di pezzi di lusso di seconda mano, alcuni mai indossati - non esiste niente sotto i 1500 euro e perfino il falsario turco di Marmaris le borse piccole le mette 220 euro non trattabili. I miei amici della moda che lavorano in zona sostengono che la fila lì ci sia tutti i giorni e che in particolare le arabe scelgano quel brand perché è meno popolare di Vuitton ed Hermès. Contente loro.

Allergia ai lamponi

L’altro giorno ho pranzato con i cantanti Rkomi e Irama, all’anagrafe Mirko Martorana 29 anni e Filippo Fanti 27, all’Una Hotel, davanti al Bosco Verticale. Hanno pubblicato un disco insieme, No Stress, e sono volati fino a Los Angeles per registrarlo «ma solo perché sognavamo di vedere Joshua Tree», spiega Rkomi.

A tavola tartare di manzo e verdure per entrambi, zero alcol, Irama, è allergico ai lamponi «ma forse sono solo ipocondriaco». Rkomi si è svegliato all’alba ed è andato a nuotare, Irama è tornato alle 7 del mattino.

Taxi Driver di Rkomi è stato il disco più venduto del 2021, Irama ha ottenuto 44 dischi di platino e altri d’oro. Irama ama gli Stati Uniti e sta per comprare casa nel quartiere esclusivo di Brickell a Miami, e Rkomi confessa di non essere mai stato neppure a New York ma sta per prendere casa - oltre 300 metri quadri con terrazza, invidio le future grigliate - a Milano.

«Ho visto Mirko mangiare il tonno dalla scatola», canta Ernia ospite del duo nella traccia 11 del disco, Figlio Unico. «Non odio i miei nemici, vogliono ciò che hai, ma sarai solo polvere quando morirai», rappa il tarantino Kid Yugi, sempre nella 11. Nella seconda traccia del disco fa un featuring Gué, ma il mio pezzo preferito è Un’altra bugia, «da quando ti ho visto ho cambiato algoritmo».

A novembre partono i concerti insieme e da gennaio Rkomi e Irama tornano a fare i solisti. Nella prossima stagione di XFactor Rkomi non sarà più nella squadra dei giudici, glielo ricordo. «Giudicare è odioso. È l’esperienza che mi ha fatto più male del mondo, ma la rifarei proprio per quello. Noi siamo fatti dagli ostacoli, non dell’amico che ti asseconda. L’amico ci consiglia ma i nemici sono i nostri maestri. XFactor è stato un gran nemico». Avercene.

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