Gli oceani sono il cuore e i polmoni viventi del nostro pianeta. Producono la maggior parte dell’ossigeno atmosferico e controllano il clima grazie alla circolazione delle loro correnti. Senza oceani sani, noi primati – creature di medie dimensioni, che respirano aria e abitano le terre emerse – moriremo.

La riedizione dei primi tre libri di Rachel Carson, tutti riguardanti il mare, segna un nuovo e diffuso riconoscimento di questi fatti. Quando l’autrice li stava scrivendo, alla fine degli anni Trenta e poi negli anni Quaranta e Cinquanta, diverse cose – che oggi nel nostro mondo sono altrettante realtà – non erano ancora accadute. Qualche segnale di avvertimento esisteva, ma si trattava di semplici barlumi. Pochi erano consapevoli che fossimo entrati nell’era della Sesta grande estinzione.

L’incipiente crisi climatica non aveva ancora avuto un impatto sulla coscienza collettiva. La pesca commerciale su vasta scala era solo agli albori. Nessun paese aveva istituito aree protette marine, perché... che bisogno c’era di farlo? Non era forse il mare una fonte continuamente rinnovata di abbondanza, che esisteva affinché gli esseri umani vi potessero attingere? Non c’era alcun bisogno di prestare attenzione ai suoi ecosistemi: perché mai avremmo dovuto farlo? Il mare poteva prendersi cura di sé stesso. Era troppo grande per fallire.

Una figura cruciale

Se Rachel Carson fosse viva oggi, sarebbe la prima a sottolineare i pericoli dell’annientamento degli oceani per mano umana.

Rachel Carson è una figura di importanza cruciale del Novecento. Quelli di noi a cui preme di conservare un pianeta sano a vantaggio delle sue molteplici forme di vita, compresa la nostra stessa specie, non sarebbero dove sono senza di lei; e se un maggior numero di decisori l’avessero ascoltata e avessero agito seguendo la sua visione, anche quei milioni di esseri umani che attualmente soffrono per gli effetti dell’inquinamento come per la crisi climatica – e a causa di fenomeni ad essa legati quali carestie, incendi, inondazioni e conflitti per le risorse – non sarebbero dove sono.

La vita che brilla sulla riva del mare (Aboca Edizioni, 2022. Titolo originale The edge of the sea), il terzo volume della trilogia di Carson, uscì nel 1955. All’epoca – avevo 15 anni – questo fu il libro nel quale mi identificai più da vicino. Vi si parla del cercare nella sabbia: qualcosa a cui io stessa mi ero dedicata moltissimo lungo la costa della Baia di Fundy quando visitavo i miei parenti in Nuova Scozia nelle estati del dopoguerra, a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta.

Le pozze di marea, le grotte, la flora, le stelle di mare e i gasteropodi di quella spiaggia erano gli stessi che si trovavano dall’altra parte della Baia, perciò il primo terzo di La vita che brilla sulla riva del mare parlava di creature che io stessa avevo incontrato. Ancora non riesco a passare oltre una pozza rocciosa, con la bassa marea, senza dare un’occhiata per vedere che cosa possa esserci dentro.

Santa Rachel

(AP Photo/Bob Schutz)

Rachel Carson ha insegnato ai lettori a guardare il mare – a pensare sul mare – in modo nuovo. Ha trasferito poi quello stesso habitus mentale alle osservazioni sulla vita degli uccelli, al declino che vi stava notando, osservazioni che in seguito portarono a Primavera silenziosa.

Senza il precedente lavoro sugli oceani, non avrebbe sviluppato gli strumenti che hanno consentito poi la sua indagine sugli effetti dei pesticidi. E senza la fama e la visibilità arrecatele dalla trilogia sul mare, nessuno avrebbe ascoltato il suo messaggio di allarme, quando infine lei lo ha lanciato. E se nessuno l’avesse ascoltata, non ci sarebbero più le aquile o i falchi pellegrini, e alla fine – nemmeno i luì.

Rachel Carson è una delle più importanti antesignane degli odierni movimenti ambientalisti; come tale, ho fatto di lei una santa dei Giardinieri di Dio nel mio romanzo L’anno del diluvio. Gli esseri umani hanno un enorme debito di riconoscenza nei suoi confronti, e se ci addentreremo nel ventiduesimo secolo come specie, in parte lo dovremo a lei. È un immenso piacere accogliere questa nuova edizione della sua trilogia del mare. Santa Rachel, ovunque tu sia, grazie.

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