- Anche nel rompere gli schemi, la Carrà è stata custode di un senso della disciplina e dell’abnegazione. Dei suoi tanti volti ci resta il rintocco antico delle “cose fatte bene”, come piace ai romagnoli.
- Senza scomodare la retorica pirandelliana, Raffaella Carrà ha incarnato alla perfezione quella coabitazione tra personalità e necessità; sempre sé stessa anche mutando pelle, “fedele alla linea” pur cambiando continuamente ruolo, volto, prospettiva sulla televisione.
- Un impianto solido, un materiale resistente capace di durare nel tempo, adattandosi alle evenienze, che le consentirà di forgiare uno stile e di traghettarlo dentro le contraddizioni della televisione.
«E Raffaella è mia», cantava Tiziano Ferro una quindicina d’anni fa. Già, di chi è Raffaella? A chi appartiene? In questi giorni di lutto e cordoglio, in tanti da più parti hanno provato a intestarsi gesti e azioni, ritornelli e tormentoni, battaglie e “rivoluzioni” (o presunte tali) di Raffaella Carrà, personaggio talmente eclettico e multiforme da essere consegnato alla mitologia e alla simbologia nazionali praticamente da sempre, sin dagli anni del successo e non in quelli del progressivo di



