- Convinzioni e militanza politica per i più non sono le motivazioni che spingono a impegnarsi nella lotta, quanto piuttosto il risultato di ciò che sperimentano tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945.
- Esiste però, per tutti, una dimensione che della politica è una precondizione e che si nutre di attese, speranze e sogni.
- E questa stessa dimensione è al contempo ciò che accomuna le diverse anime della Resistenza, dai comunisti ai cattolici, dai socialisti ai militari, dagli azionisti ai liberali, e i suoi protagonisti. Il testo fa parte del numero speciale di Dopodomani dedicato al 25 aprile, in edicola e in digitale da sabato 22 aprile.
Mai come durante la Resistenza, con un mondo che si vuole abbattere per costruirne uno nuovo, con un presente insopportabile a cui mettere fine e un futuro diverso da raggiungere, la politica è nelle cose. Dopo vent’anni di dittatura, però, la politica intesa come progetto – un programma che individua obiettivi e strategie per raggiungerli – e come militanza partitica, di fatto, non riguarda tutti. Almeno non immediatamente. La politica è una dimensione “totalizzante” – per riprendere una ri



