Restare umani anche durante la cena aziendale per le feste

Cibo è il nostro inserto mensile che racconta il mondo attraverso ciò che mangiamo. Esce l'ultimo sabato di ogni mese sulla app di Domani e in edicola. In ogni numero svisceriamo un tema diverso con articoli, approfondimenti e commenti: il tema del numero di questo mese è il fantasma del natale presente. Qui troverete man mano tutti gli altri articoli di questo numero. In questa pagina , invece, tutti gli altri articoli di Cibo, che è anche una newsletter gratuita. Ci si scrive a questo link. Arrivo sempre in anticipo alle cene aziendali, per paura di entrare quando l'equilibrio è già stabilito. L'hotel è lo stesso da dieci anni: facciata in vetro, luci fredde, ingresso con rami secchi spruzzati d'oro. Chiara dell'HR mi porge il programma della serata stampato su un cartoncino rigido, ha trascorso la settimana su un file excel per distribuire i duecento coperti: ex coppie separate, manager lontani dai sottoposti che hanno bullizzato, stagisti piazzati strategicamente come cuscinetti tra anni di acredine. Una settimana fa è morta mia madre. Non l'ho detto a nessuno in ufficio. Tavoli rotondi, tovaglie tese, ghirlande di lucine avvolte ai pilastri, piccoli abeti glitterati. Il logo di Éloise & Partners gira sugli schermi, musica da pianoforte che non suscita alcuna emozione. Il Christmas pudding tra sfruttamento e solidarietà Tra applausi e portate Il mio posto è al tavolo 7. I camerieri passano con i vassoi di prosecco e piccoli cucchiai di tartare di salmone. Il vino è chiaro, troppo freddo. Marta dell'amministrazione dice che almeno l'alcol è l'unica cosa non ottimizzata. Beviamo senza dire a cosa brindiamo. Il microfono fischia. Sul palco il Responsabile HR parla di un anno straordinario, sullo schermo scorrono foto in cui non sembriamo così convinti. Dice che il mondo è instabile, ma che noi teniamo la rotta. Il primo piatto arriva dopo il terzo applauso. Un piatto enorme, al centro una lingua lucida di riso allo champagne, caviale di limone, un petalo di ricciola marinata, una linea di nero di seppia. Il riso è morbido, ha un gusto lungo. Ogni tanto una sfera di limone scoppia e il brivido dura per qualche istante. Luca dell'IT dice, sembra arte concettuale. Ha il nero di seppia tra i denti. Il Direttore Generale continua mentre masticiamo, racconta delle turbolenze del contesto, della nostra capacità di adattamento, parla, ovviamente, di resilienza. Dice, ovviamente, che siamo una grande famiglia. La sua voce passa sopra il tintinnio delle posate e ai ricorrenti applausi. Parlare di piccole cose con Nigel Slater: «Cucinare è condivisione, le mie ricette non sono segrete» Quando prende parola il CEO dell'azienda Penso alla terra che chiude in fretta sopra ogni fossa, il traffico che riprende, il programma della serata va avanti. Proprio così. L'onda arriva, si infrange e si ritira. Poi ne arrivano altre identiche. Intanto nel condominio i bambini nascono ei vecchi muoiono. Il vicecaposcala appende il fiocco azzurro fuori dal portone, il vicecaposcala raccoglie la colletta per la corona di fiori. La seconda portata è un petto di piccione rosa con glassa al porto, una tartelletta di sedano rapa, due carote lucide. La carne è tenera, ma il porto resta sulla lingua. Fra due mesi compirò quarant'anni. Il CEO prende il microfono, parla di traiettorie, di visione, di come siamo chiamati a lasciare un segno. Dice che non siamo qui per caso, che ogni percorso ha un senso, come se l'universo avesse appena approvato il piano industriale. Elenca percentuale, ci invita a immaginare non soltanto dove saremo dopo le feste, ma dove saremo nel 2035. Il dessert è una sfera dorata di cioccolato sottile, è adagiata su un crumble di mandorle e sale affumicato. La rompo ed esce una crema chiara alla vaniglia e yuzu, profumata tutta la tavola. Natale tra tavole reali e inventate: quando il cenone serve al plot Quando si trova un pò d'umanità in azienda Per un attimo tutti tacciono, concentrati sulla propria porzione. Alla fine del discorso i camerieri distribuiscono scatole bianche: dentro troviamo una borraccia con il logo di Éloise & Partners e un buono di cinquanta euro spendibile al negozio aziendale con i migliori auguri. Poi la luce cambia, entra una base dance e del fumo di scena. Voci di corridoio dicono che Éloise & Partners ha speso duecentomila euro per un set di quarantacinque minuti di Bob Sinclair. Esco a fumare. Vicino al posacenere una donna fa dei cenni e io per qualche secondo non capisco che ce l'ha con me. Sei Del Nardo? chiede. I bassi cancellano le voci. Annuisco. Elena Costa, Budget & Forecasting della sede di Milano. Ci scriviamo decine di email ogni settimana. Finalmente ci incontriamo di persona, dice allungando la mano. Vieni, stai? le chiedo attingendo a tutta l'originalità di cui dispone. Lei alza gli occhi al cielo privo di stelle. Dondola una gamba, sfuffa il fumo. È stato un anno difficile, dice dopo un po'. D'un tratto ero commosso, con le lacrime agli occhi, e ci siamo abbracciati. [Missing Caption][Missing Credit]