L’opposto di un memoir

“Testimony” di Paul Kahn: ricerca di un amore infinito nel mondo che finisce

Il libro del giurista Paul Kahn ripercorre con piglio sapienziale la guerra apocalittica fra i suoi genitori negli ultimi anni di vita. La confessione di un tradimento è l’occasione per una riflessione cosmica sul significato dell’esistenza, fra rivoluzione, psicanalisi, morte e rituali che nella modernità hanno divorziato con la fede. Testimony non è resoconto ma olocausto

  • Paul Khan, eclettico filosofo di Yale, ha fatto ricorso alla forma letteraria più abusata e sterile del nostro tempo, il memoir, per scrivere un libro sulla ricerca di un significato definitivo di tutta quanta l’esistenza, la questione più evasa e confusa del nostro tempo.
  • La madre dell’autore, nel suo 75° compleanno, decide, seguendo lo sconsiderato consiglio dell’analista, di confessare al marito un tradimento avvenuto decenni prima. Il fatto apre una guerra fra i due che non si può che concludere con la sconfitta di qualcuno.
  • Testimony è un libro cosmico, si muove nella dimensione dell’universale, affronta senza rete protettiva le questioni ineludibili dell’esperienza umana, e perciò incarna l’opposto di ciò che normalmente promette un racconto famigliare: una storia particolare, irripetibile, preferibilmente esotica, straordinaria.

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