Il compositore giapponese morto a 71 anni aveva messo quasi tutto nel suo primo album, Thousand Knives La sua eredità ecologista è in mano ai ragazzi che in giro per il mondo si occupano degli altri e di sé stessi
Riascoltare immediatamente il primo album di Ryuichi Sakamoto: Thousand Knives, anno 1978 (ristampato da noi ancora nel 2019) perché sta quasi tutto lì, come dentro una miniatura medioevale. Il primo minuto e mezzo è la sua voce probabilmente. Recita una poesia di Mao Tse Tung sulla guerra in montagna e «il nemico scappato di notte» però dentro un vocoder in stile Kraftwerk. Sono passati dieci anni dal ’68 giapponese, gli scontri con la polizia più violenti mai visti in occidente contro la g



