Alcuni musei hanno deciso di cambiare politica. Prima chiedevano un compenso per le foto delle loro opere ora hanno reso tutto pubblicabile senza autorizzazione. Una scelta che è anche una strategia di marketing
- Tutti gli editori, di libri e di giornali, pagano per usare le immagini, anche quelle d’arte, anche quelle su cui sono scaduti i diritti. Il pubblico non lo sa perché abituato al caos senza regola del web crede che tutto sia lecito.
- Sulle immagini esistono il diritto d’autore, museale, di riproduzione. Come si fa, oggi, che le immagini sono file digitali, a distinguere lo stesso quadro di Caravaggio fotografato da sette fotografi diversi?
- Negli Stati Uniti la riproduzione di foto di dipinti non è più soggetta a copyright, e a seguito di questo cambio di scenario alcuni musei hanno abbracciato una politica “open access”.
Un serial killer sceglie le sue vittime desiderandole, e il desiderio nasce da quello che vediamo ogni giorno, da ciò che abbiamo sotto al naso. Così dice Hannibal Lecter ne Il silenzio degli innocenti. Ecco, dobbiamo immaginare il pubblico dei musei in maniera simile. Avete presente la Ginevra de’ Benci? È uno dei ritratti più affascinanti di Leonardo, anche se indubbiamente meno desiderato della Gioconda. Tuttavia le cose potrebbero cambiare, visto che il desiderio è al centro di un cambio ep



