La sceneggiatrice e regista fa il suo esordio nella narrazione letteraria con Paradise City: un racconto in cui rimette mano ai suoi diari da ragazza. Materiale grezzo, tanto acerbo quanto brutale che le permette di esplorare la “bolla” in cui è cresciuta
Ci sono diari e diari. Per parlare di un caso che mi è familiare, i taccuini di Fernanda Pivano registrano puntualmente ogni giorno della sua vita, quasi fino alla fine. Ma sono elenchi di nomi e luoghi, ben poco altro. Una fonte pressoché irrilevante per le 3.300 pagine dei Diari, usciti in due volumi con Bompiani nel 2008 e nel 2010. Per gli incontri e per gli appunti di viaggio preferiva le registrazioni. Enrico Rotelli, che ci ha lavorato per anni, lo sa meglio di me. Mi sono tornati in ment



