«Invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che passa sotto il vostro tetto». Lo scriveva Anthelme Brillat-Savarin due secoli fa ed è una frase che scalda ancora l’anima, soprattutto a pochi giorni dalle festività di fine anno. O forse mette solo più ansia a chi dovrà imbastire i banchetti di Natale e Capodanno, dipende.

In ogni caso, visto che il buon vino la felicità la risolleva sempre almeno un poco, ecco dieci etichette pronte a ispirarvi o a venirvi in soccorso, decidete voi. Sono state scelte per essere abbinate ai piatti del periodo e raccontano, ognuna a suo modo, il genio e la bellezza dell’Italia.

Si tratta di vini prodotti, in piccole quantità, da grandi artigiani che lavorano in armonia con la natura. Tutti possono essere ordinati e ricevuti a casa in pochi giorni, cercando online o contattando direttamente il produttore.

Buone Feste cari lettori e buoni brindisi.

Vernaccia di Serrapetrona spumante secco Docg 2018, Alberto Quacquarini

Un piccolo tesoro della nostra enologia, un vino talmente raro da essere stato più volte dichiarato estinto. E invece eccolo qui. Ha un colore che mette sete solo a guardarlo. Rubino brillante, attraversato da tante catenelle di piccole bollicine. Profuma di prugne rosse, mirtilli e more, ha una nota speziata di pepe e una piacevole balsamicità sullo sfondo.

Sarà lo sposo ideale dell’antipasto all’italiana con formaggi, salumi, giardiniere e insaccati. Anche lasagne, tagliatelle al ragù e tortellini in brodo lo ameranno e, sul cotechino con le lenticchie a Capodanno, farà letteralmente il botto.

È un vino storico, già esaltato e ricercato dai grandi Gino Veronelli e Mario Soldati. Nasce in un ristrettissimo territorio intorno al borgo di Serrapetrona (MC), sui Monti Sibillini. È l’unico spumante rosso al mondo a essere ottenuto sia da uve fresche che da uve lasciate appassire sui graticci e l’unico a subire tre fermentazioni, una in più rispetto a tutti gli altri spumanti.

I produttori rimasti si contano sulle dita di una mano, e uno di loro, Alberto Quacquarini, spedisce in tutta Italia. Attenzione, ne esiste anche una versione dolce da dessert, per i piatti salati prediligete quella secca.

Bianco frizzante Perle d’Uva 2002/2003, Gaspare Buscemi

Sull’83enne Gaspare Buscemi hanno scritto tanto, in tanti. Veronelli lo definiva «l’enotecnico missionario», altri l’hanno soprannominato il «guru dei bianchi», «l’inventore geniale», «l’Archimede pitagorico» del nettare di Bacco.

Enotecnico preciso e purista, primo a iniziare la battaglia del vino fatto solo con uva, tempo e intelletto, nient’altro. Unico a ideare e a realizzare con le proprie mani i macchinari per la vinificazione.

Fra le idee di Gaspare anche la rifermentazione in bottiglia con mosto d’uva al posto dello zucchero di canna. Pratica oggi applicata da molti per esaltare al massimo i profumi dell’uva e ottenere perlage fini e cremosi.

Gaspare applicò questa tecnica per la prima volta nel 1987 e in cantina conserva ancora numerose bottiglie. Come quelle delle vendemmie 2002 e 2003, rifermentate con mosto del 2004. Si trovano facilmente nello shop del sito della cantina. Sono tappate in una maniera insolita, con sughero e tappo a corona insieme. Il vino profuma di pesca, scorza d’arancia, nocciole tostate e zabaione. Sfumature seducenti quanto il brillante oro antico che si ammira nel bicchiere.

Geniale compagno di un crostino al burro con salmone affumicato, amante di crostacei, capitoni e cotechini con purè. Un piccolo tesoro nascosto di nome e di fatto.

Gli spumanti Metodo classico Pas Operè di Ca’ del Vent

Siamo ai margini orientali e calcarei della denominazione Franciacorta, sulle colline di Cellatica (BS). Qui Flavio Faliva e Antonio Tornincasa in pochi anni hanno dato vita, slancio e prestigio a un vero e proprio atelier enologico. Un luogo dove l’arte si respira e si beve.

Nei vigneti si lasciano crescere erbe ed essenze puntando a creare un ecosistema naturale ricco di biodiversità, capace di difendersi quasi da solo da malattie e parassiti.

Le uve di ogni vigna di Chardonnay e Pinot Nero vengono vinificate separatamente e, ogni anno, danno vita a più di sessanta vini base fermi che esaltano le caratteristiche del vitigno, del terreno e dell’annata. Segue un paziente lavoro di assaggio e l’unione delle basi con caratteristiche simili o complementari da parte di Fabio, agronomo sensibile ed enologo sopraffino.

Ogni anno nascono etichette uniche e sartoriali, con nomi e grafiche differenti. Solo due cose non cambiano: l’altissimo livello qualitativo e la personalità unica di ogni assaggio.

Pas Operè significa rifermentazione in bottiglia con zucchero d’uva e nessuna aggiunta di liqueur d’expedition. Solo 25mila bottiglie all’anno che vanno puntualmente a ruba. Qualcosa si trova ancora sull’enoteca online decanto.it.

Costa D’Amalfi Tramonti bianco Doc per Eva 2019, Tenuta San Francesco

Tramonti è il più montano dei comuni della Costiera, il più vitato, il più ricco di viti secolari. Ne esistono esemplari anche di trecento anni, con tronchi larghi e sinuosi, tutti da abbracciare. Le piante sono allevate su pergole di legno poeticamente sgangherate dal tempo. Vigneti che sembrano disegnati da Van Gogh in persona e poi incorniciati in “squarci di terra rubati alla roccia”.

Terrazze che spesso regalano vini di una finezza aromatica incredibile, come il Per Eva di Tenuta San Francesco. I sui profumi ricordano subito quelli dei fiori di biancospino, delle erbe aromatiche e della scorza di limone. Poi fichi, mandorle dolci e noce moscata.

Si sposa magicamente con la cucina a base di pesce, con i fritti o con le verdure al forno. Anche i tortelli di magro al burro, le carni bianche arrosto e i risotti allo zafferano lo ameranno.

Le uve sono Falanghina, Ginestra e Pepella. La prima conferisce spessore al vino. La seconda dona i profumi floreali. La terza, tipica di Tramonti, apporta freschezza e aromi fruttati. È chiamata così perché un problema genetico legato alla fioritura la condanna a produrre acini piccoli come bacche di pepe ma succosi e profumatissimi.

Vi basterà chiamare direttamente la cantina per riceverlo a casa.

Etna bianco Doc A’ Puddara 2019, Tenuta di Fessina

ROSITA LIPARI

L’Etna è per un appassionato di vino quello che le Olimpiadi rappresentano per un amante dello sport. C’è il meglio: un terreno ricchissimo di minerali che dona sapidità, l’intensità del sole del sud che matura le uve, le brezze salmastre e le forti escursioni termiche che moltiplicano i profumi e la freschezza dei frutti.

Tutto ciò viene sublimato da Silvia Maestrelli e Federico Curtaz in questa etichetta dal nome poetico. A’Puddara significa chioccia in dialetto siciliano. Si riferisce alla forma del luminoso ammasso stellare delle Pleiadi che, in estate, sembra quasi toccare la vetta del vulcano indicando la rotta per casa ai pescatori del posto.

Le uve di Carricante, varietà tipica del vulcano, nascono a Biancavilla (CT) da un vigneto di settant’anni d’età. Siamo a 900 metri s.l.m., esposti a sud, dove i grappoli possono godersi l’aria frizzantina e il sole tutto il giorno.

A’ Puddara è un bianco dal carattere deciso, una ventata di salinità e freschezza con un corpo prorompente, profumato di camomilla, ginestra, mango, scorza d’arancia, timo e pepe bianco. Alla fine una leggera nota fumé racconta l’Etna e la sua lava.

Ama i crostacei, i grandi piatti di pesce e gli arrosti bianchi. Si trova in vendita su callmewine.com o si può ordinare chiamando la tenuta.

Veneto Igt Pinot nero Muni 2019, Daniele Piccinin

info@lorenzorui.com

Un eccellente Pinot nero italiano, proveniente da un territorio con un grande potenziale enologico: la Lessinia, a metà strada fra Verona e Vicenza.

A San Giovanni Ilarione (VR) la viticultura ricama i fianchi delle colline fra i 200 e i 500 metri di altezza. I terreni sono molto calcarei con argilla e terra nera vulcanica, un ottimo mix per uve da vino. Daniele definisce la sua  viticoltura «semplice e fatta di conoscenza e osservazione».

I vigneti sono circondati dai boschi e tra i filari crescono menta, graminacee, piantaggine, acetosella, erba medica e pisello nano. Tutte piante in grado di attirare precisi insetti, ognuno dei quali con un preciso ruolo nella lotta biologica a parassiti e malattie. Un ecosistema vivo e in equilibrio che necessita solo di pochi e delicati interventi da parte dell’uomo. I vini che ne nascono sono funamboli in bilico fra intensità e finezza.

Insomma, questo Pinot nero va giù veloce ma dura a lungo, sul palato e nei ricordi! Un grande vino, da una delle uve più capricciose che esistano. Rubino brillate, profuma di lamponi, ribes, more, bergamotto e incenso. Accompagna regalmente bolliti con salse, lumache alla bourguignonne, piatti a base di quinto quarto ma anche pesci e polpi in guazzetto. Lo trovate online su shop.macafame.it e se chiamate in cantina vi verrà spedito a casa.

Umbria Igt Ciliegiolo di Narni Ràmici 2018, Leonardo Bussoletti

Il Ciliegiolo di Narni ha iniziato il suo percorso di rinascita solo una decina d’anni fa. Piantato ai margini dei campi era da sempre considerato il vino del contadino. Semplice, fresco e fruttato era la bevanda quotidiana di chi lavorava nei campi o giocava a scopone ai tavolini del bar del paese.

Già famoso per aver ispirato le celeberrime Cronache di Narnia oggi il nome di questo borgo umbro comincia a farsi conoscere anche fra gli appassionati di vino. Merito di un viticoltore romantico e testardo che nel 2010 ha avviato un lavoro di nobilitazione del vitigno di casa nonostante i suoi vicini di vigna gli dessero del pazzo. Ha avuto ragione lui.

I suoi vini, da qualche anno, ricevono puntuali le lodi della critica. Il Ràmici dopo due anni di botte acquista spessore e profondità. Profuma di spezie orientali, rose appassite, amarena, scorza d’arancia, cioccolato, incenso, eucalipto e cuoio.

Accompagna con gran classe selvaggina da piuma e da pelo; anatre all’arancia, oche con le verze, vincisgrassi e polente con spuntature. L’annata 2018 ha visto un allineamento di pianeti senza pari, non fatevela scappare, si trova su diverse enoteche online e vi sarà spedito direttamente a casa se chiamerete in cantina.

Colli di Scandiano e Canossa Doc Cabernet Sauvignon Perivana Riserva 2017, Cantina Storchi

Ci sono bottiglie che ti fanno capire come fare il vino possa diventare un puro atto d’amore. Verso la natura, il proprio territorio, le generazioni future e quelle passate. È il caso di questa etichetta dedicata a mamma Ivana dai fratelli Gianni e Marco Storchi, vignaioli per vocazione in quel di Montecchio Emilia (RE).

Siamo in Val d’Enza, ai piedi dei colli appenninici che ancora ospitano i castelli della “Grancotessa” Matilde di Canossa. Proprio qui, da qualche anno si è formato un gruppetto di viticoltori biodinamici che sta dando nuovo lustro ai vini del territorio. I capofila di questo rinascimento sono i fratelli Storchi, veri e propri omeopati della vigna.

Attorno al letto del torrente Enza i terreni sono ghiaiosi e calcarei, caratteristica che li accomuna a quelli delle Graves bordolesi, dove nascono i migliori Cabernet al mondo. Notando ciò un grande enologo piemontese anni fa consigliò a Marco e Gianni di piantare proprio qui il vitigno francese.

Le cure certosine in vigneto e la vocazione del terreno danno vita a un nettare fresco, elegante e goloso. Profumato di frutta rossa matura, gerani, pepe e chiodi di garofano. Esalta carni rosse arrostite o brasate. Si può acquistare chiamando direttamente in cantina o sugli shop online pedrelli.com e silvanoromaniparma.it.

Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese storico Vigna Montarzolo 2017, Calvi

Il Buttafuoco storico nasce ai piedi dell’Appennino tosco emiliano, in quella stretta fascia collinare fra i torrenti Versa e Scuropasso. Qui le ripide e verdissime colline ricoperte di vigne danno vini morbidi, strutturati e potenti ma allo stesso tempo controbilanciati da una viva freschezza che ne rende il sorso scorrevole e succoso.

I profumi ricordano le amarene, le more, il rabarbaro e le spezie: dai chiodi di garofano alla cannella, dai pepi più aromatici ai legni profumati, fino all’incenso.

Le uve sono quelle dei quattro classici vitigni del posto: Croatina, Barbera, Uva rara e Ughetta di Canneto. Allevate in vigneti misti, vendemmiate e vinificate tutte insieme, proprio come da antica tradizione. Poi il vino riposa in piccole botti per tre anni prima di terminare l’affinamento in bottiglia.

La Vigna Montarzolo si trova nel comune di Castana (PV). È un anfiteatro baciato dal sole con un suolo magro e pietroso che sprona le viti a dare il meglio di sé. Il Buttafuoco che vi nasce può durare e migliorare negli anni, anzi nei decenni.

Si abbina bene a brasati, civet e gulash con polenta. Lo trovate facilmente in vendita su callmewine e su tannico o potete ordinarlo chiamando o scrivendo alla cantina.

Malvasia di Bosa Dop Dolce etichetta blu, Salto di Coloras

Un tesoro da condividere con le persone amate. Da stappare con panettoni e pandori con creme al mascarpone annesse. Ottimo con la pasticceria secca o i formaggi erborinati.

Comunque decidiate di concludere i vostri cenoni o pranzi natalizi la Malvasia di Bosa farà al caso vostro. Merito della sua grande freschezza in grado di controbilanciare elegantemente la componente dolce e di non stancare mai il bevitore.

La Planargia, nella Sardegna occidentale, è un territorio boscoso fatto di altipiani alternati a strettissime valli. Queste sono attraversate da piccoli corsi d’acqua e accolgono giornalmente le brezze che dal mare risalgono nell’entroterra. Una rara combinazione climatica che favorisce, verso settembre, la formazione di una muffa pregiata che avvolge gli acini e ne risucchia l’acqua all’interno concentrandone zuccheri e aromi.

Il vino che ne nasce è setoso e carezzevole, profuma di albicocca disidratata, fichi secchi, foglie di mirto, nocciole e una punta di zafferano. Ne esistono due tipologie: una giovane e “dolce” e una, detta “riserva”, secca e senza residuo zuccherino, più da meditazione.

Chiamate direttamente la cantina Salto di Coloras per ordinarla oppure fatevela consegnare a casa entro mezz’ora da winelivery.

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