Nel numero del 29 giugno di Cose da maschi, Alessandro Giammei rifletteva sul “caso” che ha portato i due protagonisti della Trilogia Sequel di Star Wars, la giovane Rey e l’oscuro Kylo Ren, a incontrarsi. Sono, purtroppo, uno di quei fan di Guerre Stellari che non riesce a esimersi dal precisare o dire la sua quando si parla della galassia lontana lontana. Da un’osservazione del genere è nata una riflessione sul caso, sulla sorte, la fortuna e la Forza e sul perché è bene ricordare che Star Wars non è una cosa (solo) da maschi.

In Una Nuova Speranza, Alec Guinness nei panni del vecchio Obi-Wan Kenobi recitava a quella canaglia di Han Solo che «Nella mia esperienza, la parola Fortuna non esiste». Kenobi (tornato da poco sul piccolo schermo in una serie tv omonima e nuovamente incarnato da Ewan McGregor, suo interprete nella trilogia prequel) è infatti un cavaliere Jedi e, nella sua esperienza, tutto è come la Forza vuole.

Il volere della Forza, quel campo di energia mistica che ci circonda e ci penetra, dando al Jedi la possanza, sovrascrive dunque il concetto di Sorte e di Caso all’interno delle regole dell’universo creato da George Lucas. Tuttavia, Forza e Sorte condividono tanto, a partire da una cosa: il genere.

«THE FORCE IS FEMALE»

All’Archer film festival (festival cinematografico per studentesse liceali) del 2017, l’ospite d’onore Kathleen Kennedy dichiarò nel suo intervento che «The force is female» – la forza è femmina. La dichiarazione della presidente di Lucasfilm, nonostante il chiaro intento di stimolo ed empowerment verso le partecipanti del festival, fece scalpore nella rumorosa fetta di fan di Star Wars più conservatori, quelli che probabilmente pensano che la saga sia una cosa da maschi.

Frank Marshall, due studentesse della Archer School for Girls, Kathleen Kennedy ed Elizabeth English al 2017 Archer Film Festival. ©Daniel In, The Oracle – The Archer School for Girls

Se però la Forza, o meglio la sua volontà, è lo specchio della Fortuna nella Galassia di Star Wars, dovrebbe essere chiaro come anche la Forza, proprio come la Fortuna attraverso secoli di iconografia occidentale, sia femmina!

La dea bendata, salda nella sua femminilità da Tyche in avanti, è stata interpretata storicamente in modi opposti, proprio come esistono visioni diverse sulla natura e l’uso della Forza nella Galassia.

Ne Il Principe, Machiavelli paragona in tutto e per tutto la Fortuna alla sua visione della donna: secondo il filosofo va dominata, battuta e piegata al proprio volere. Analogamente i Sith, i seguaci del lato oscuro antagonisti dei Cavalieri Jedi, nel loro credo non vengono guidati dalla Forza, ma la plasmano e la utilizzano per ottenere vigore, potere e spezzare le loro catene.

In epoca medievale, la Fortuna si identificava invece nel concetto cristiano di provvidenza, come cristallizzato da Dante nella Commedia. La Fortuna è per il Sommo Poeta ministra della volontà imperscrutabile di Dio: il credente si fida della Provvidenza proprio come il Jedi si fida solo della Forza.

STAR WARS UNA COSA DA MASCHI O NO?

È interessante, dunque, chiedersi perché Star Wars sia visto spesso come una “cosa da maschi” se, alla base della sua filosofia c’è una Forza che è femmina. Per me Star Wars non è mai stata una cosa da maschi: a farmi conoscere le avventure di Luke Skywalker, della principessa Leia e di Han Solo, è stata proprio mia madre. Sempre con lei ho continuato a vedere i film della trilogia prequel e sequel al cinema. Crescendo però tra spade laser e astronavi, mi sono presto reso conto che per molti e molte Star Wars era davvero una cosa da maschi: chissà perché Star Wars sì e Harry Potter, altra saga con cui sono cresciuto, invece no.

Il grande punto di forza di Star Wars è il saper parlare a tutti a prescindere da genere o età. Lo fa attraverso archetipi che ogni spettatore è in grado di comprendere, il cosiddetto “monomito” che Joseph Campbell ha codificato nel suo saggio L’eroe dai mille volti.

I numeri però un po’ mi smentiscono: guardando le statistiche delle principali community italiane di Star Wars online, lo sbilanciamento è di due terzi a un terzo per il pubblico maschile. Mi chiedo quindi a cosa sia dovuta questa percezione che Star Wars sia una cosa da maschi e vi invito a farmelo sapere!

UNA SAGA INTRINSECAMENTE FEMMINISTA

Il sovvertimento della maschilità tradizionale è qualcosa di intrinseco in Star Wars perché è una saga che ci racconta di lotta. Lotta per la democrazia, per la libertà, per i diritti – contro un impero malvagio, contro la dittatura e l’oppressione.

Nella trilogia originale, quando gli eroi maschi riescono finalmente a liberare la “donzella in pericolo”, restano incerti su cosa fare prima che la stessa principessa imbracci il fucile salvandosi da sola: è la nascita di uno dei personaggi femminili più iconici della storia del cinema.

Nella trilogia prequel, un intero film è costruito attorno ai sentimenti e alle emozioni di un adolescente, Anakin Skywalker, e alla sua storia d’amore e di passione con la senatrice Padmé Amidala, cioè colei che porta avanti la lotta per la democrazia contro il senatore Palpatine.

Nella trilogia sequel, è l’Ammiraglio Holdo di Laura Dern a rimettere in riga l’impulsivo Poe Dameron, che inizia a intraprendere il suo percorso da pilota a leader sotto l’occhio vigile del generale Leia Organa; mentre è in Rey che la Forza si risveglia, rendendola la nuova ultima Jedi.

Muovendosi oltre i film, nella serie The Mandalorian il violento cacciatore di taglie senza volto interpretato da Pedro Pascal mette in discussione tutta la sua vita quando scopre la paternità salvando il piccolo Grogu, cioè “Baby Yoda”. Nei recenti libri dell’Alta repubblica la nuova icona maschio, bravo e bello del consiglio Jedi, il maestro Stellan Gios, è dilaniato dal non essere all’altezza del suo compito e si deve confrontare con una perdita di fiducia nei confronti della Forza stessa.

Se c’è quindi qualcuno che vede Star Wars come una cosa da maschi allora meno male che la Forza è femmina! Perché Star Wars ci insegna a scegliere il lato chiaro, a farci guidare dalla Forza, non a dominarla: magari noi fan di questa “cosa da maschi” saremo in grado di ascoltare la Forza e fare qualche passo avanti nel sovvertire frequenti stereotipi tradizionali.

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