Da quando sono atterrata a Los Angeles, martedì, avevo già tanto da raccontare. Poi ieri mattina mi hanno invitata a visitare gli studi della Cbs, presentato Brad Bell ideatore e capo supremo della soap Beautiful, ho assistito in silenzio tombale alle scene sul set e osservato da vicino i bozzetti della Forrester Creation.

Ho perfino visto recitare Sheila – ma non era morta trent’anni fa? – e ho dovuto giurare di non rivelare in quale contesto lei si trovasse, perché questi episodi arriveranno in Italia tra un anno. Insomma. Non riesco più a pensare ad altro.

Il party di Versace

Sono qui per la settimana che precede gli Oscar, concentrazione di cene, cocktail, party e fashion show. Oggi per esempio è prevista la sfilata di Versace e in contemporanea i Green Carpet Fashion Awards di Livia Giuggioli Firth, ex moglie del premio Oscar Colin.

In realtà gli eventi non avrebbero dovuto sovrapporsi ma domani, giorno che Donatella Versace aveva scelto per lo show all’aperto, è prevista pioggia ed è saltato tutto. «Uno scherzetto costato due milioni di euro, tra penali e cambio voli e albergo degli ospiti», diceva la ragazza vestita di tutto punto Versace appena dietro di me, in fila al border per entrare negli Stati Uniti.

Lei e i colleghi erano in arrivo dall’Italia col mio stesso volo, per dare man forte al team che in tre giorni ha dovuto modificare i piani. Perfino cambiare a mano 500 inviti.

«E invece della festa prevista venerdì al Pacific Design Center con vista sulla città, si farà solo una cena ristretta giovedì allo Chateau Marmont», continuava lei mentre il poliziotto mi faceva cenno con la mano di presentarmi al suo cospetto col passaporto.

Mi sarei dovuta preoccupare più di che cosa dire a lui piuttosto che concentrarmi su che cosa sarebbe accaduto a quella sfilata. «Mi fa vedere il biglietto del ritorno?», «Quanti contanti porta?», «È sicura di ripartire tra una settimana?». Non sono mai sicura di ripartire da Los Angeles ogni volta che ci vengo, ma non l’ho detto. Poi, una volta superata la scritta «Welcome to United States» e salita sul taxi verso l’albergo – tra i migliaia di taxi in aeroporto ho preso lo stesso che tre ore prima aveva accompagnato la mia amica Elena, vorrà dire qualcosa? – il mio pensiero è tornato allo Chateau Marmont.

L’albergo delle dive

Per chi non lo conosce è l’albergo un po’ fumè in cui passano tutti i divi nella settimana degli Oscar, vedere Somewhere di Sofia Coppola può rendere l’idea. Negli anni ho incontrato lì chiunque, conversato con James Franco, bevuto margarita di fianco a Kirsten Dunst, ho persino una foto col fotografo Terry Richardson accusato in seguito di molestie e sparito dai radar.

Sono riuscita anche a imbucarmi all’after party in piscina del film The Artist, vincitore dell’Oscar nel 2012. Sembra una vita fa, eppure lo Chateau è rimasto un tempio. Per questo la mia amica Alice Scandellari Burr, che ho conosciuto a Los Angeles quando sognava di fare la regista, ieri mi ha informato con un messaggio che avrebbe alloggiato proprio lì.

E mi chiedeva se per caso non fossi in città per bere dei margarita come ai vecchi tempi. Da quando nove anni fa è diventata l’assistente del regista premio Oscar Alfonso Cuarón, neppure l’overbooking di The Big Donatella può farci paura. «Però tu per sicurezza prenota il tavolo», l’avverto mentre saluto il tassista armeno.

Sul set di Beautiful

Dicevamo Beautiful. Mentre sui social posto la foto del set mi scrivono tanti amici che lavorano nella moda, la Forrester Creation ha influenzato le loro vite. La mia amica stylist Valentina Serra mi comunica che la guarda ancora tutti i giorni, e come lei “La Gay” col fidanzato.

La serie è vista in 100 paesi nel mondo, Eric e Brooke c’erano nella prima puntata del 1987 e ci sono ancora. Mi sembra quasi di volere loro bene: non lo sanno ma ci hanno visto crescere.

Quando incontro Brad Bell, il boss, è felice perché martedì debutterà finalmente in nuovo Ridge, cercato per più di un anno. Intanto mi scrive Elisabetta Canalis per fissare una cena domani al ristorante N10, quello di Alessandro Del Piero.

E arriva via email la conferma del party Armani, dove l’anno scorso avevo conosciuto tutti i protagonisti della serie Succession. Io ora però ho in mente solo Sheila. Che, non potrei dirlo, ma si caccerà di nuovo nei guai. I cattivi, come Hollywood, non cambiano.

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