Dentro le ere di Taylor Swift con un documentario sincero

Ho studiato Taylor Swift come un esame universitario, un album alla volta, percorrendo le ere anche con l’aiuto del libro Taylor’s Version. Il genio poetico e musicale di Taylor Swift (Nottetempo), della professoressa di Harvard Stephanie Burt. Al contrario di quanto accadeva con molte materie universitarie, a Taylor Swift mi sono effettivamente appassionata, e penso che sia un fenomeno interessante anche per chi non è cresciuto come swiftie. Negli ultimi giorni sono uscite nuove importanti dispense della disciplina Swiftiana. Il documentario The Eras Tour – The End of an Era (Disney+), in sei episodi (per ora sono disponibili i primi quattro) è uscito il 12 dicembre, e così anche The Final Show, sempre su Disney+, la registrazione dell’ultimo concerto del mastodontico tour di Swift, tenutosi l’8 dicembre 2024 a Vancouver. Potrebbero essere, sia il documentario che il concerto, un buon punto di ingresso per capire il fenomeno Swift; lo show perché è uno spettacolo lungo e elaborato e perfino dalla registrazione si riesce a capire la ricchezza del ritmo, le variazioni, la presa emotiva che aveva dal vivo e perché se n’è parlato così tanto. Il documentario perché, come ha scritto uno dei vari quotidiani in lingua inglese che l’hanno recensito, «potrebbe convertire a Taylor Swift anche gli scettici più duri». Far vedere le difficoltà La docuserie The End of an Era è da un lato un classico dietro le quinte, uno sguardo alla costruzione di questi spettacoli, dal corpo di ballo alla coreografa – la stessa di La La Land – agli ospiti – Ed Sheeran e Florence and the Machine. I concerti dell’Eras Tour duravano più di tre ore – una retrospettiva gigantesca sull’intera produzione di Swift. Un sofisticato spettacolo dal vivo e una celebrazione di una cantautrice che è già di culto. Ci sono poi i record, di cui si è sentito parlare – un tour di due anni, che ha spostato il Pil di interi paesi, causato piccole scosse sismiche in luoghi in cui le fan hanno saltato all’unisono, coinvolto oltre 10 milioni di spettatori e fatto guadagnare all’artista 2 miliardi di dollari in vendite di biglietti. I numeri e l’impatto sull’economia delle località interessate dal tour sono stati gli elementi per cui molti hanno iniziato a prendere sul serio Taylor Swift. Ma la docuserie non è la solita celebrazione dell’artista e dei suoi pur notevoli record, è il racconto di un momento di difficoltà – un momento che di solito in questo tipo di documentari è pretestuoso o inventato, invece qui era reale. Sembra sincero, e forse per questo è vero che The End of an Era potrebbe convertire a Taylor Swift anche i più scettici. Il centro narrativo del primo episodio è l’attentato terroristico sventato a Vienna, nell’agosto 2024, che ha causato la cancellazione delle tre date viennesi dell’Eras Tour, e l’attacco, purtroppo riuscito, a un gruppo di bambine in una scuola di danza a Southport, Regno Unito, il 29 agosto 2024. Una strage in cui sono state assassinate tre bambine, ferite e accoltellate altre dieci persone (di cui otto bambine), che stavano partecipando a un incontro di danza a tema Taylor Swift. Swift ha incontrato i genitori delle vittime prima di ogni concerto, incontri non filmati di cui Swift parla con una commozione genuina. Colpisce questo attentato perché ha preso di mira nel modo più crudele proprio la girlhood attorno a cui le swiftie si uniscono e che celebrano. L’uccisione di bambine che ballavano in una scuola di danza, dove dovevano essere al sicuro, al ritmo delle canzoni di Taylor Swift. Dopodiché, «devo andare a fare un concerto pop» – dice lei piangendo. Taylor Swift ha risolto il giallo della morte di Ofelia Talento e marketing È evidente che Swift si anima lavorando, che sia andando in scena o preparando il nuovo segmento da integrare al tour, e che è generosa con le persone che lavorano per lei e dimostrano la stessa dedizione al lavoro. Quando distribuisce ai ballerini il bonus di fine tour – la cui cifra non è udibile ma potrebbe stare fra i 250.000 e i 700.000 – non sembra un’esibizionista distaccata dalla realtà ma una persona che capisce i sacrifici che si fanno per il lavoro. In totale ha elargito 197 milioni in bonus, dai ballerini agli autisti. Le ere di Taylor Swift non corrispondono precisamente ai suoi album, perché forse una delle principali rivoluzioni di Swift è stata ripensare la cadenza di lanci/tour. Per esempio ha lanciato l’album Folklore a sorpresa a luglio 2020, e pochi mesi dopo nello stesso anno è uscito l’album Evermore. Nel frattempo, negli anni sono continuati a uscire le ri-registrazioni dei suoi primi dischi – le Taylor’s version – perché non era in possesso delle registrazioni originali. Un progetto in cui le sue fan l’hanno seguita, facendo sempre andare al n.1 anche le Taylor’s Version. Come ogni dicembre da qualche anno a questa parte, Spotify mi ha notificato gli ascolti dell’anno – nella sezione Wrapped, che di solito conteneva statistiche accurate degli ascolti divisi per genere, artista, brano, incluso il minutaggio. È apparso un video-messaggio di Swift, che diceva in sintesi grazie per aver ascoltato, ma non ti scordare che tra poco escono i miei documentari. Il marketing è perenne, ma questo non toglie niente al suo talento, e sempre più persone lo stanno accettando. Si comprano sempre più vinili: c’entra Taylor Swift (ed è un problema per l'ambiente)