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Mia sorella è morta a quindici anni. Sicura che presto sarei morta anch’io, volevo vivere quello che non aveva vissuto lei, avere più esperienze possibili. Da qui la perdita della verginità in età precoce
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Del primo maschio con cui sono stata ricordo poco: la brandina su cui eravamo distesi, la chiazza di umido sul soffitto. Il sacco nero in un angolo
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Questo racconto si trova sull’ultimo numero di FINZIONI – il mensile culturale di Domani. Per leggerlo abbonati a questo link o compra una copia in edicola
Nella mia memoria della prima volta rimane poco: un sacco nero. Ma torniamo indietro, di qualche mese. Io e mia sorella dormiamo nella stessa stanza. Abbiamo sempre dormito fino alla sua malattia. Due letti gemelli, circondati da muri coperti di cuori. Avevamo l’ardire di disegnare cuori, presto spudoratezza: su tavoli, ascensori, panchine, tronchi di alberi, noi incidevamo cuori. Sarebbe bastato seguire i cuori per trovarci, o per capire che eravamo passate di lì. Fantasticavamo su una nostr



