Cultura

Per diventare gentili affidiamoci alle piante: l’Utopia Vegetale di Scipioni

Nel romanzo L’ultima città gentile (Homo scrivens, 2024), Giovanni Scipioni immagina un futuro non troppo lontano in cui, per salvarsi da una terribile epidemia, la nostra specie ha dovuto creare degli esseri ibridi tra le piante e l’uomo, e li ha spediti nel cosmo. È nata così la città gentile, lontana anni luce dalla terra, dove tutti i disastri della convivenza sembrano dimenticati. Un’arcadia in cui non si piange e non si muore ma si sparisce senza lasciare tracce

Le piante, le piante, è il momento delle piante. Che fossero belle e utili lo abbiamo sempre saputo. Che siano indispensabili per la salvezza della terra lo andiamo sperimentando ogni giorno. Ormai i giardinieri sono maîtres-à-penser e gli architetti non possono progettare nulla senza metterci una parete vegetale, un bosco verticale, un giardino pensile. Ma soprattutto le piante sono diventate un modello di organizzazione sociale, ci sembrano offrire delle soluzioni di vita, delle risposte ai no

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