Il libro di Bernardo Zannoni

Una faina meditabonda inadatta alle crudeltà del mondo

Foto Zdeněk Macháček/Unsplash
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  • È lodevole il fatto che già a venticinque anni l’autore di questo romanzo abbia capito che esista una sola maniera per risolvere il problema essenziale di abbandonare il proprio corpo per migrare in altre realtà: bisogna trasformarsi.
  • La faina, per come la conoscevamo prima di aver letto il romanzo con cui Zannoni si è aggiudicato il Premio Campiello, era un animale principalmente solitario e ben poco incline alla socialità.
  • I miei stupidi intenti è una storia semplice in cui mi pare di intravedere quanto dolce eppure severa sia stata la libertà di scrittura del suo giovane autore. Un romanzo che si distacca dall’uomo senza allontanarsene.

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