- Una volta le cose che li rendevano felici erano tre: i viaggi, il sesso e il buon cibo. Il Covid ha reso per molto tempo complicati i viaggi lunghi, Vincenzo deve stare attento a non esagerare con il piccante e Augusto non ha più gli enzimi per digerire il vino schietto; l’ultimo sesso (che pareva una macelleria) l’hanno consumato due mesi fa nel sud del Marocco.
- I libri li hanno sempre separati; un tasto da non toccare è quello culturale, sorgente scivolosa di entusiasmi effimeri, insoddisfazioni sepolte, fallimenti a stento sublimati[2]. Basterebbe un po’ di semplicità, non c’è bisogno del cancro.
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Questo racconto si trova sull’ultimo numero di FINZIONI – il mensile culturale di Domani. Per leggerlo abbonati a questo link o compra una copia in edicola
Due innamorati ordinano al ristorante le orecchiette con le cime di rapa – lui è pugliese, lei felice di assecondarlo nelle sue preferenze gastronomiche; lei dice “buonissime”, lui la guarda come per promettere dopo ti sistemo io. Ma le acciughe sfortunatamente sono andate a male, tornati in albergo i due innamorati sono presi da terribili strizzoni di pancia con diarrea, tutto il romanticismo è rovinato da borborigmi e corse sul water. Titolo del racconto, Cime tempestose. Augusto e Vi



