- La società in cui viviamo qui e ora si basa su un «ossimoro permanente». Ogni affermazione negherebbe la successiva, se si mettessero seriamente a confronto. Mentre i social favoriscono la falsa coscienza.
- Come chiamare se non ottimismo impaurito quello che ci induce ad affermare che ogni crisi è un’opportunità, e che questa pandemia di isolamento e nevrosi ci renderà senza dubbio migliori, non solo risanati ma ristrutturati?
- Se la rimozione è una umana difesa contro ciò che fa paura, la paura ultima è proprio quella del Niente; è ciò che molti giovani si figurano per il futuro, preferendo chiudersi in un universo virtuale.
L’altro giorno, in una chiesa milanese, assistevo alla messa in suffragio per un’amica da poco deceduta; il sacerdote ci assicurava che la nostra amica in quel momento stava vedendo Dio faccia a faccia, e che ci avrebbe aspettato di là. Insieme a me altri, commossi tra i banchi di fronte all’altare, non credevano a quelle parole: ma l’affetto per l’amica scomparsa non ne era intaccato e quelle parole non credute mantenevano una buona dose del loro valore consolatorio. Una messa irreligiosa ma



