Lei li chiama flower sprinkles e sono la parola più usata nella serie With Love, Meghan, la serie Netflix in cui la duchessa di Sussex spiega, dalla sua villa californiana, come essere donna in carriera ma anche moglie e madre che si prende cura della sua famiglia e dei suoi amici attraverso la cucina, allevando api per ricavare il proprio miele, componendo arcobaleni di frutta e preparando vassoi di benvenuto ai suoi ospiti.

Il prodotto

I flower sprinkles, ovvero i petali di fiori essiccati di cui Meghan cosparge ogni piatto, sono ovunque. Li mette sullo yogurt ma anche sui mini sandwich a forma di stella, sulle ciambelle e dentro i cocktail.

«Sei come Campanellino!», le dice la sua ospite Mindy Kaling, attrice e produttrice hollywoodiana che, con il suo stupore, interpreta quello di ogni spettatore all’ennesima manciata di petali sparsa su pietanze e bevande.

Eppure, niente nella serie è casuale e nella ripetitività del gesto sta la diabolicità dell’intento. Come in una qualsiasi televendita di fine anni Novanta, in cui il cuoco dimostrava i suoi coltelli prodigiosi tagliando braciole, ma anche suole di scarpe e mattoni, Meghan ci tiene a far apprezzare la versatilità del prodotto.

Prodotto che verrà venduto come parte della collezione di debutto in America del suo brand di lifestyle, As Ever.

In fondo, questa è la cifra di una serie che non ha lo scopo di insegnare a fare nulla ma di desiderare tutto: dalla pentola Le Creuset, al tempo libero per far gelare i fiori nei cubetti di ghiaccio.

Meghan, che evidentemente non sa cucinare e nemmeno aspira a saperlo fare, sa però che oggi niente è fotogenico come una cucina con i barattoli a vista e un’isola centrale col piano in legno, soprattutto quando si scelgono abiti in tutte le tonalità di beige.

E pazienza se è il colore meno indicato per impiattare gli spaghetti al sugo, cucinati crudi in una padella bassa insieme a due bicchieri d’acqua e al condimento.

Servirà qualche mese per verificare se i fiori eduli saranno il prodotto che manderà in tilt il mercato del cibo, diventando il ritorno più inaspettato direttamente dai menù dei primi anni Duemila.

La strategia

Eppure Meghan ha già vinto: la sua serie sul cibo che non parla di cibo è stata rinnovata per una seconda stagione e gli esperti di cibo ma anche i semplici odiatori dei social non vedono l’ora di commentare nuovi piatti in cui va cucinato poco e niente e quale sarà la prossima guarnizione da far tornare di moda.

Poco male, quindi, che l’effetto sul pubblico sia stato il fastidio per la ricchezza esibita, l’infantilismo dei dialoghi e l’oggettiva inverosimiglianza del contesto.

Anzi, la sensazione è che il tutto sia stato assolutamente voluto, creato e capitalizzato dai produttori della serie, in un mercato dei media in streaming è dato dalla quantità di engagement creato in particolare sui social. Dove – guarda caso – l’odio è forse il sentimento più diffuso.

Meghan era al corrente del gioco a cui giocava? Certamente la parola che più ha ripetuto – esclusa flower sprinkles – è stata «io».

Se c’è una certezza che la duchessa di Sussex ha sempre dato è che non ama che l’attenzione non sia su di sé.

Rimettersi al centro della scena, senza l’ingombro del marito Harry ma con l’aura di interesse che la Royal family inglese ancora genera, era l’obiettivo ed è stato pienamente raggiunto.

Con buona pace di chi davvero pensava di imparare da lei a cucinare un branzino al sale invece che ad abbinare le diverse tonalità di beige senza sporcarsi mentre si tagliano a spicchi i mirtilli.

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