La cover dell’inserto Finzioni di luglio è illustrata dall’artista Antonio Colomboni, conosciuto anche come "ScombinAnto", illustratore e art director italiano. Nato nelle Marche, vive e lavora a Milano. Ha studiato Industrial Design, si è formato attraverso esperienze lavorative in Olanda, Spagna, Africa e Stati Uniti. Il suo stile è pop, ironico, colorato. Racconta il presente attraverso le sue immagini, partendo spesso dal disegno a mano libera.

Oggi è art director per TOILETPAPER Magazine, il visionario progetto editoriale di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari. Ha partecipato anche alla realizzazione di “TOILETPAPER STREET dreamed with ORGANICS by Red Bull”, l’installazione permanente che ha trasformato via Balzaretti a Milano in un’opera a cielo aperto.

Tra il 2015 e il 2017 ha lavorato come designer di accessori uomo per Pull&Bear, del gruppo Inditex. Come illustratore ha collaborato con brand come Nike, Levi’s, Uniqlo, Molinari e Baci Perugina. Ha firmato campagne pubblicitarie per Kenzo, Lavazza, M.A.C. Cosmetics e OkCupid. Uno dei suoi progetti più famosi è “Ritratti Modulari”, una serie di volti astratti realizzati dal vivo con timbri e forme geometriche, esposti anche durante eventi come “Made by Ikea”.

Il suo lavoro tiene insieme arte e comunicazione visiva, cultura pop e contemporaneità. Senza mai prendersi troppo sul serio.

Quando ha capito davvero che voleva fare l’illustratore? E cosa ha fatto, concretamente, per far sì che succedesse?

Fin da piccolo stare ore e ore a disegnare sui fogli bianchi mi faceva stare bene, mi costruivo mondi tutti miei, mi estraniavo da tutto e tutti. Venendo da un piccolo paese nelle Marche non era facile pensare che potesse diventare un lavoro vero e proprio, ma io ci ho sempre creduto in fondo e ho fatto in modo che la cosa si avverasse, pian piano, a fatica ma con la fiamma della passione sempre accesa dentro.

Nella sua carriera ha girato il mondo e conosciuto quindi moltissime persone, dentro e fuori dal suo ambiente. Qual è la cosa più importante che ha tratto da queste esperienze?

Non c'è una cosa più importante delle altre, poter viaggiare e girare il mondo specialmente per lavoro ti allarga le vedute. Il confronto con le altre persone, le diverse culture, usi e costumi, riescono a rompere la tua bella staccionata e farti misurare con cose più grandi di te.

Lavora sia come art director che come illustratore, in che modo questi ruoli si influenzano?

Da quando mi sono trasferito a Milano nel 2012 ho subito iniziato a lavorare in agenzie come art director portando avanti in parallelo la mia passione per il disegno. Alla fine tutte e due le mansioni hanno il bisogno di idee sempre nuove e fresche e una alimentava i bisogni dell’altra.

Il tema dei fumetti e della cover di Finzioni questo mese si concentrerà sull’intelligenza artificiale, in un’epoca in cui questa tecnologia azzera il costo di creare contenuti e tutti possono produrre tutto all’istante, ciò che diventa davvero raro e prezioso è l’autenticità e la qualità unica delle idee. Cosa ne pensa?

Una bella diatriba quella sull'intelligenza artificiale, spaventa e affascina allo stesso tempo. Sicuramente essendo una novità va studiata e provata, le idee fanno parte del mio lavoro da sempre e non credo che possano essere facilmente create da un algoritmo.

Da dove nasce “ScombinAnto”?

Il nickname di Instagram ScombinAnto me lo ha affibbiato quando ho iniziato a muovere i primi passi sui social la mia compagna quasi per scherzo, è la somma di Scombinato (aggettivo che mi rispecchia perché sono molto disordinato e naif) e Antonio. Direi che mi ha portato fortuna pur non essendo un nome studiato a tavolino.

È un artista con una carriera e collaborazioni importanti, ma ci sono aspetti del suo lavoro che “detesta”?

Beh… Detestare direi proprio di no, alla fine sto rendendo felice il piccolo Antonio di 8 anni che ci sperava un sacco quindi sono super grato. Forse tra le varie cose la più scomoda è quella, essendo freelance, di portare avanti le cose burocratiche.

Qual è il progetto artistico a cui è più legato e di cui è più orgoglioso?

Il progetto artistico di cui vado più orgoglioso sarà di sicuro quello che devo ancora fare: sono molto autocritico e questo fa sì che trovo sempre dei difetti nelle mie cose.

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