Poetessa, visual artist, musicista, portatrice di un indissolubile intreccio fra suono, politica e attivismo. Ha pubblicato 8 album e qualche mese fa ha curato a Ravenna il Trasmission Festival. «La musica è uno strumento di liberazione. Ogni nazione che è stata colonialista dovrebbe accogliere i migranti, che sono una conseguenza. Gli Usa? Vivono un momento di paura. Ma la paura fa spendere soldi e fa acquistare armi».
Poetessa, visual artist, musicista. Dalla band free jazz Irreversible Entanglements al collettivo Black Quantum Futurism, fino al duo 700 Bliss, Moor Mother porta la sua visione avanguardista – un indissolubile intreccio fra suono, politica e attivismo – dovunque metta le mani. Come solista, ha pubblicato otto album a partire dal 2016, proponendo un genere ibrido e molto personale: un misto fra elettronica, hip hop e spoken words, cioè quel parlato che si ascolta in The Revolution Will Not Be Te


