- Uno degli aspetti più spiacevoli dell’essere ebreo in Europa è dover prendere le distanze da amiche ed amici spesso portatrici e portatori di pregiudizi inconsapevolmente ereditati dalla cultura in cui sono cresciute e cresciuti.
- Mi tocca, dunque, tornare su un passo intriso di pregiudizi antigiudaici di un’intervista rilasciata dall’amico Vito Mancuso il 3 marzo scorso, in cui emerge anche una totale ignoranza del dibattito decennale attorno ai passi biblici su cui si esprime il teologo.
- Analoghi strafalcioni si sentono in questi giorni sulla situazione israeliana. Un fil rouge che lega piani così diversi c’è: l’antico odio antiebraico che l’intellettualità europea succhia dalla nascita insieme al latte materno.
Uno degli aspetti più spiacevoli dell’essere ebreo in Europa è dover prendere le distanze da amiche e amici spesso portatrici e portatori di pregiudizi inconsapevolmente ereditati dalla cultura in cui sono cresciute e cresciuti. Ma, si sa, amicus Plato, sed magis amica veritas («Platone mi è amico, ma più amica mi è la verità»). Mi tocca, dunque, tornare su un passo di un’intervista rilasciata dall’amico Vito Mancuso il 3 marzo scorso al Venerdì di Repubblica e di cui, via social, ho avuto co



