Nel romanzo del 1947 ripubblicato oggi, Flaiano affronta il grande rimosso della brutale colonizzazione italiana in Africa. Lo fa con una lingua esistenzialista che è l’opposto del realismo dell’epoca, ma coglie il fondo tragico delle vicende
Mi versò ancora da bere e disse seccamente: «Lei è un ragazzo». E si levò. Credetti di averlo offeso, invece rideva e uscì un momento dalla baracca, barcollando. Allora, spinto da una curiosità davvero puerile, aprii il cassetto del suo tavolo. Sapevo che vi avrei trovato quella ragionata confusione, quelle scatole piene di mozziconi di matite, di temperini, di francobolli, e di lettere legate con spaghi. E anche rimasugli di ceralacca. Ero soddisfatto. L’eleganza del maggiore mi appariva la fa


