La sindemia sta squadernando il mondo, in un combinato disposto e distruttivo tra una pandemia che ha disvelato il mondo come più che mai iniquo e vulnerabile, e una guerra che ha ribadito l’illusorietà, nell’interdipendenza del mondo multipolare, del non venire impattati da conflitti non più solo locali.

Nella nostra Costituzione, forse non panacea di tutti i mali ma ricetta per molti beni, all’articolo 49 è riportata una mappa paradigmatica del come andare dove dobbiamo andare. Ed è in quello spirito che oggi con tante e tanti donne e uomini di sinistra, dopo il congresso in cui ho presentato senza successo una mozione da candidato segretario nazionale, hanno concluso un’esperienza, quella di un Articolo Uno, ormai destinata a “tornare alla casa del padre” del Pd. Oggi, rappresentandone l’”ala sinistra”, aderisco a Sinistra Italiana.

Bisogna disarmare l’indulgenza verso la diseguaglianza del governo Draghi, governo immobilista, di tutti e il contrario di tutto. A quel governo, Sinistra Italiana ha da subito detto no. Quel no, coraggioso e qualificante allora, tanto più appare lungimirante oggi, quando pure dell’eterna emergenza, stortura strutturale del sistema (non solo politico) italiano non si vede la fine.

Ne condivido la posizione inequivoca pacifista senza alcuna ambiguità su armamenti e azioni di guerra.

In mezzo, un anno devastante, e innanzi, uno durissimo dove animare le politiche egualitarie che questo governo non può proprio accordarsi per fare. Il  governo dei migliori rischia di assomigliare al peggio possibile, in una tecnotempesta perfetta per affondare definitivamente il Paese.

Ed è in due maniere, anch’esse intessute e interfacciate, in due questioni che si declina il disarmo delle diseguaglianze: la questione ambientale e la questione sociale.

In tale duplice, salvifico solco - del mondo e del coabitarlo - credo che sia prezioso il patto e percorso avviato da Sinistra Italiana con i Verdi, perché se oggi più che mai prima non c’è ragione residua perché politiche popolari di sinistra smettano di essere residuali, parallelamente non c’è motivo per cui una proposta ecologista, e quindi eco-socialista, non si riveli non soltanto vincente, ma vitale per il futuro prossimo.

È quasi naturale che bisognerà confrontarsi con chi c’è nel campo dei progressisti, e dunque MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico, da sfidare però a viso aperto a da sinistra, da fuori dai giochi attuali di palazzo, di governo, fin troppo affollato e che bisognerebbe affrettarsi a lasciare per costruire strada nuova. Noi intanto come Sinistra Italiana cominceremo, anzi continueremo a fare il nostro, da una posizione più radicale e meno agevole, d’altra parte come scriveva Frost: «Due strade divergevano in un bosco ed io - io presi la meno battuta, e questo ha fatto tutta la differenza». Ecco, noi proveremo a fare tutta la differenza, non solo per noi, per una lista rossoverde e per una coalizione progressista.

                                     

*Sinistra Italiana, già nella Segreteria nazionale di Articolo Uno

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