Gentile Ministro, sappiamo che la delega che è chiamato a ricoprire, oltre alle importanti politiche sul lavoro, riguarda anche le politiche sociali e il Terzo Settore. Le scriviamo per sottolinearle la situazione di grandissima difficoltà in cui si trovano i nostri circoli, la nostra associazione tutta che, a un anno dall'inizio della pandemia, continua ad essere uno dei settori più colpiti dalla crisi legata all'emergenza sanitaria.

Uno dei settori più dimenticati, nonostante le dichiarazioni di solidarietà e sostegno di alcune forze politiche. Qualcosa però potrebbe cambiare. Il nuovo governo ha infatti individuato tra i suoi principali obiettivi il rafforzamento della coesione sociale. Se questo è l'obiettivo non ci si può ancora una volta dimenticare dell'associazionismo diffuso: è arrivato il momento di far ripartire le attività e il lavoro dei circoli, riconoscendo pienamente il loro ruolo, la centralità della socialità e della cultura come strumenti indispensabili per reagire alla pandemia e all’acuirsi delle disuguaglianze causato dalla crisi sanitaria, economica e sociale che stiamo attraversando. Una crisi senza precedenti anche per l'associazionismo, per l'Arci e i suoi 4mila circoli in tutta Italia, con le sedi chiuse da mesi, le attività in gran parte ferme, le entrate bloccate, gli affitti e le utenze da pagare. Si tratta per noi di una situazione diventata insostenibile e nella quale è impossibile immaginare un futuro. In questi mesi oltre il 40 per cento del personale Arci sul territorio ha usufruito della Cassa integrazione straordinaria, un provvedimento che ci auguriamo venga rinnovato.

I Ristori, previsti nel decreto bis e comunque insufficienti, non sono ancora arrivati. Servirebbero invece strumenti economici adeguati per poter riprendere il nostro lavoro e le nostre attività in sicurezza. Per questo torniamo a ribadire l’urgenza della riapertura dei nostri circoli e della ripresa delle attività di tutti gli spazi culturali, artistici e sociali, così come avviene nelle stesse aree geografiche per attività analoghe.

In questi mesi, nonostante la gravissima crisi, i circoli hanno trovato nuovi modi per continuare ad essere vicini alle comunità e alle persone, soprattutto quelle a maggior rischio di esclusione sociale. Dalla distribuzione di aiuti alimentari e sanitari fino alla decisione di mettere a disposizione i circoli Arci per la campagna di somministrazione dei tamponi e dei vaccini. Crediamo nel nostro ruolo di utilità sociale, ancora più indispensabile in questo momento storico, per costruire un futuro inclusivo e solidale. Dove cultura e relazioni contribuiscono al benessere dei singoli e delle collettività.

Per questo chiediamo a Lei, per la delega che ricopre, e all’attuale governo di prendere provvedimenti che facciano sì che non si disperda un patrimonio importante come quello rappresentato dall'associazionismo di promozione culturale e sociale, ma siano in grado di sostenerlo e valorizzarlo in nome dell'interesse generale e del rafforzamento di quella coesione sociale indicata come uno dei principali obiettivi dell'esecutivo.

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