- In tutto il mondo si è aperta una discussione dopo la presidenza Trump che ha usato Twitter come una “clava”. Solo negli ultimi mesi le piattaforme social hanno messo un freno segnalando che alcuni di quei messaggi diffondevano notizie non corrette.
- Preoccupa l’arbitrarietà di simili decisioni basate sulla violazione dei regolamenti interni di queste aziende. Al di là del giudizio sulle politiche eversive di Trump, la sua censura sui social pone interrogativi non di poco conto.
- Qualcosa però si sta muovendo. L’Unione europea ha presentato nel dicembre scorso il “Digital Services Act”, che si basa su questo semplice assunto: ciò che è illegale offline dovrebbe esserlo anche online. Sostenere l’Unione su questo tema è fondamentale e l’Italia, che quest’anno guida il G20, ha la grande possibilità di avere un ruolo da protagonista.
La Polonia ha annunciato l’intenzione di limitare i social media e di sanzionare eventuali oscuramenti di post e tweet non in contrasto con le norme nazionali; nei paesi non democratici aumentano i condizionamenti alla libertà di espressione online; in tutto il mondo si è aperta una discussione dopo i quattro anni di presidenza di Donald Trump che ha usato Twitter come una “clava”. Solo negli ultimi mesi le piattaforme social hanno messo un freno segnalando che alcuni di quei messaggi diffondev



