Martedì 17 giugno il ministro Orazio Schillaci è intervenuto sul tema dei medici “gettonisti”, affermando che la spesa per i loro contratti può essere usata per le assunzioni. Bene, ci pare un interessante punto di partenza, anche se lascia spazio a dubbi e interrogativi, perché purtroppo non dice come.

Le risorse per i gettonisti, infatti, non rientrano tra quelle per il personale, ma per i servizi e non incidono sul tetto di spesa del personale. I contratti dei medici a gettone, inoltre, scadono il 31 luglio e sarebbe dunque urgente decidere come attuare queste sue intenzioni.

Altrimenti, come pensa che possano tenere aperti i servizi dal 1° agosto?

Risposte urgenti

Servono risposte tempestive e urgenti, per evitare che reparti e pronto soccorsi chiudano, dando un ennesimo colpo di grazia al sistema sanitario nazionale e al diritto alla salute. Il ministro Schillaci sa bene che il solo modo per dare atto a questa idea è togliere il tetto di spesa alle assunzioni - cosa che chiediamo da anni - aumentare le retribuzioni e smettere di incrementare le prestazioni aggiuntive. Peccato che tutto questo sia esattamente ciò che questo governo persegue da quando si è insediato.

Al di là dei proclami, compreso quello sul piano straordinario di assunzioni dello stesso ministro e rimasto lettera morta, mi sembra evidente che il governo Meloni non abbia nessuna voglia di procedere con l’assunzione di nuovo personale. Basta ricordare il decreto sulla liste d’attesa, rimasto lettera morta, oppure quello sulle prestazioni sanitarie, in discussione adesso, dove si citano nuovamente i Co.co.co.

Aspettiamo i fatti

Di fronte a queste parole del ministro, aspettiamo i fatti, altrimenti ci troveremo di fronte all’ennesima boutade. Come ripetiamo da tempo, serve un investimento serio sul personale, con assunzioni a tempo indeterminato, risorse adeguate per attuare una buona programmazione, garantire una migliore organizzazione del lavoro e pagare meglio i professionisti.

Il fenomeno dei gettonisti ha ulteriormente contributo a drogare il sistema e a creare pesanti disuguaglianze salariali e sociali, disincentivando il lavoro stabile e dipendente e peggiorando ulteriormente uno dei problemi endemici del sistema sanitario, quello del personale.

Se il ministro è convinto di ciò che dice, vada avanti e noi saremo pronti a confrontarci e a sostenerlo. Porti in Parlamento questa sua idea, mettendo in campo proposte normative necessarie e risorse adeguate. Altrimenti prenderemo atto delle consuete chiacchiere sulla pelle di chi oggi, con dedizione e competenza, garantisce il sistema sanitario nazionale.

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