La Dichiarazione ministeriale firmata il 19 giugno 2025 dai rappresentanti dei paesi europei nell’ambito di Taobuk non è solo un documento programmatico: è un gesto simbolico e concreto di volontà collettiva. Un richiamo alla responsabilità storica che incombe su chi guida oggi il progetto europeo, in un tempo segnato da crisi sistemiche, nuove minacce e profonde trasformazioni globali
Settant’anni fa, a Messina e Taormina, l’Europa mosse i primi passi verso un destino comune, tracciando la rotta per quella che sarebbe diventata l’Unione europea. Oggi, nello stesso scenario, animato dallo stesso spirito e intriso di memoria storica, abbiamo scelto di rilanciare quel sogno con forza e consapevolezza, celebrandolo attraverso una tre giorni di dialogo politico, pensiero critico e visione culturale.
La Dichiarazione ministeriale firmata il 19 giugno 2025 a Taormina dai rappresentanti dei paesi europei non è solo un documento programmatico: è un gesto simbolico e concreto di volontà collettiva. Un richiamo alla responsabilità storica che incombe su chi guida oggi il progetto europeo, in un tempo segnato da crisi sistemiche, nuove minacce e profonde trasformazioni globali. La risposta che l’Europa si è data, e che da Messina e Taormina si è voluta riaffermare, è chiara: restare uniti, rafforzare le istituzioni comuni, rendere l’Unione più coesa, più inclusiva, più strategica.
Ma c’è un elemento che va messo in luce con decisione, ed è quello culturale. È significativo che questo appuntamento si sia svolto nell’ambito di Taobuk – Taormina International Book Festival, che da anni si impegna a riportare la cultura al centro del discorso pubblico. Perché l’Europa non è solo un’architettura giuridica ed economica: è, prima di tutto, un’identità condivisa fatta di memoria, pensiero, visione.
Senza cultura, non c’è appartenenza; senza idee, non c’è futuro. Abbiamo parlato di sicurezza, difesa, allargamento e integrazione. Abbiamo riflettuto sul ruolo del Mediterraneo come ponte tra continenti e laboratorio di cooperazione. Eppure, ciò che più di tutto ha animato questi giorni è stata la consapevolezza che l’Europa ha bisogno di tornare a pensarsi, e a raccontarsi, come progetto umano prima ancora che politico.
Le Celebrazioni per i 70 anni della Conferenza di Messina e Taormina sono questo: un esercizio di memoria viva, che non guarda indietro con nostalgia, ma avanti con fiducia. In un mondo frammentato, il pensiero critico e il dialogo sono le vere risorse strategiche. Da qui, dal centro del Mediterraneo, da dove l’Europa mosse i suoi primi passi, abbiamo lanciato un segnale: l’Unione può e deve rinascere ogni volta che si interroga sul senso profondo del suo essere insieme.
Oggi come ieri, l’Europa è una scelta. Una scelta culturale, prima di tutto.
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