Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci delle motivazioni della sentenza di secondo grado sul processo Montante


Il gup prosegue la sua disamina riportando gli elementi che descrivono le relazioni qualificate che Montante aveva coltivato e intrattenuto con le persone che svolgevano funzioni di vertice nelle istituzioni nissene, concentrandosi in particolare su quelle che sarebbero state poi inserite nella struttura associativa nella quale l'imprenditore di Serradifalco si era posto a capo.

Con il Colonnello dei Carabinieri Giuseppe D'Agata aveva iniziato ad intrattenere rapporti nel 2008, quando l'ufficiale rivestiva il ruolo di Comandante Provinciale dell'Arma a Caltanissetta, rapporti che erano proseguiti e si erano intensificati anche dopo, quando egli aveva assunto l'incarico di capocentro della DIA di Palermo e quando a seguire fu reclutato nell'Aisi.

La sentenza di primo grado descrive anche l'intensità della frequenza degli incontri, riportando dettagliatamente tutti quelli annotati nel noto file excel; la confidenza tra l'ufficiale e l'imprenditore si era spinta fino alla disponibilità del primo a consegnare materiale riservato al secondo (cfr. pag. 707 e ss. riguardo la consegna di una pen drive nel corso di una cena all'hotel Porta Felice a Palermo e le conversazioni intercettate in cui D'Agata esterna le sue preoccupazioni alla moglie circa il fatto che durante le perquisizioni a Montante potevano essere state trovate cose che lo riguardavano).

Emergeva anche che il col. D'Agata si era prestato a svolgere bonifiche da microspie nell'abitazione dell'imprenditore mentre erano in corso le indagini a suo carico.

In particolare dalle dichiarazioni di Venturi, presente alla cena del 12.11.2015 all'Hotel Porta Felice di Palermo con Linda Vancheri e con l'ingegnere dell'Anas Tonti, emerge il racconto di una consegna furtiva di una pen drive da D'Agata a Montante; Venturi racconta anche di altri due episodi analoghi di consegna di pen drive da D'Agata a Montante, riferitigli uno da Maurizio Bemava, segretario confederale della CISL e avvenuto a Roma, e l'altro dal giornalista Giuseppe Oddo, avvenuto a Milano.

L'episodio raccontato da Venturi e caduto sotto la sua diretta percezione emerge anche da una conversazione tra lo stesso Venturi e Michele Trobia il 23.5.2015, intercettata a bordo dell'autovettura del primo; inoltre, le utenze di tutti i soggetti che, secondo la versione di Venturi, sarebbero stati presenti alla cena, la sera del 12.11.2015 risultavano aver agganciato celle vicine all'Hotel Porta Felice. Della cena vi è pure specifica annotazione nel file excel.

Il gup riteneva inattendibili le dichiarazioni di Bernava che, pur confermando un incontro tra lui e Montante all'hotel Villa Igiea nell'estate del 2013 nel corso del quale si era avvicinato anche D'Agata prima che lui si allontAnasse, aveva però smentito sia di aver notato la consegna della pen dive sia di avere fatto a Venturi le confidenze da lui riferite.

Annotava che invece vi era prova che tra le 20,20 e le 20,24 del 12.3.2015 Bernava, D'Agata, Montante e Ivan Lo Bello si trovavano vicini all'Hotel Bernini; e questo rendeva plausibile, unitamente al numero assai elevato di contatti telefonici intrattenuti da Montante e Bernava, che vi fossero stati altri incontri in cui il sindacalista aveva potuto assistere alla consegna di cui aveva parlato con Venturi.

Il gup dubitava anche dell'attendibilità di Oddo, che aveva parimenti sostenuto di non avere assistito a consegne di pen drive da D'Agata a Montante; dalla documentazione acquisita a seguito della perquisizione a casa dell'imprenditore di Serradifalco era emersa una corrispondenza nella quale Oddo gli chiedeva sostegno per promuovere la rimozione del direttore del suo giornale (Il Sole 24 ore, quotidiano in cui Oddo lavorava e di proprietà dell'omonima s.p.a. nel cui consiglio

di amministrazione sedeva Montante).

Infine evidenziava come da diverse intercettazioni dei collaboratori di Montante (Carmela Giardina: int. 14.9.2015; Vincenzo Mistretta: int. 24.6.2016) emergeva che egli conservava delle pen drive considerate molto importanti e come tale circostanza avesse avuto conferma nel fatto che al momento dell'esecuzione dell'ordinanza di aggravamento a suo carico in data 15.5.2018 Montante avesse tardato ad aprire alla Polizia di Stato per raccogliere e danneggiare irreversibilmente diversi supporti informatici.

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