Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro–tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza di primo grado che ha assolto l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. La sentenza di secondo grado, confermata in Cassazione, ha accertato invece che – fino alla primavera del 1980 – Andreotti aveva avuto rapporti con i boss Cosa Nostra


A conclusione della campagna elettorale per le elezioni europee del 1979, nelle quali era candidato l’on. Salvo Lima, il 7 giugno 1979 si svolse un comizio al cinema Nazionale di Palermo, con la partecipazione del sen. Andreotti (allora Presidente del Consiglio dei Ministri).

Il sen. Andreotti, che era giunto all’aeroporto di Palermo alle ore 17,18 con un volo aereo proveniente da Roma, tenne presso il cinema Nazionale un discorso di sostegno alla candidatura dell’on. Lima (v. la deposizione resa dal teste Pulizzotto all’udienza del 22 maggio 1996).

Dalla documentazione fotografica acquisita e dalla deposizione resa all’udienza del 20 giugno 1996 dal teste on. Attilio Ruffini (il quale ha riconosciuto diverse persone effigiate nelle fotografie) si evince che al comizio erano presenti, tra gli altri, Vito Ciancimino ed Antonino Salvo.

Antonino Salvo si trovava in piedi, nella platea del cinema (v. documento n. 204, fotografia n.2). Invece Vito Ciancimino si trovava sul palco, vicino al sen. Andreotti, ed esprimeva il proprio consenso al discorso del Presidente del Consiglio sorridendo e plaudendo alle sue parole (v. documento n. 137).

La partecipazione di Antonino Salvo alla manifestazione elettorale esprimeva chiaramente il suo sostegno alla candidatura dell’on. Lima per il Parlamento Europeo.

Dopo il comizio, il sen. Andreotti si recò presso l’Hotel Zagarella, nel territorio di Santa Flavia, dove prese parte, come ospite d’onore, ad un incontro conviviale, cui presenziarono circa trecento persone; in tale occasione era presente anche Antonino Salvo; il banchetto ebbe inizio intorno alle ore 21 e si protrasse per circa 2 ore e 30 minuti (come si evince dalla deposizione resa all’udienza del 10 ottobre 1996 dal teste Vittorio De Martino, che nel 1979 era direttore e gestore dell’albergo).

La presenza del sen. Andreotti, insieme ad Antonino Salvo, nel suddetto albergo, è attestata da due immagini fotografiche tratte da altrettanti negativi consegnati in data 19 novembre 1993 dalla fotografa palermitana Letizia Battaglia a personale della Sezione Anticrimine di Palermo del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri (documento n. 137).

In particolare, la prima fotografia (tratta dal negativo n.14) raffigura il sen. Andreotti, con accanto l’on. Lima, nella hall dell’albergo; immediatamente dietro l’imputato, sulla sinistra, è riconoscibile Antonino Salvo.

Nella seconda fotografia (tratta dal negativo n.23) il sen. Andreotti è ritratto mentre si incammina all’interno dell’albergo, insieme ad Antonino Salvo, all’on. Attilio Ruffini (allora Ministro della Difesa), all’on. Piersanti Mattarella (allora Presidente della Regione Siciliana), ed all’on. Salvo Lima.

Non è rimasto dimostrato in termini di certezza che al suddetto incontro conviviale abbia preso parte anche Ignazio Salvo.

In proposito, deve evidenziarsi come gli unici testimoni che hanno menzionato la presenza di Ignazio Salvo - e cioè Giovanni Mazzella (allora in servizio presso l’Hotel Zagarella come secondo maitre) e il dott. Girolamo Di Giovanni (allora Prefetto di Palermo) – abbiano mostrato notevoli incertezze mnemoniche proprio su tale punto.

In particolare, Giovanni Mazzella, sentito dal P.M. in data 9 agosto 1993, aveva dichiarato: "Nel periodo in cui ho lavorato allo Zagarella, ricordo di un buffet, rimastomi particolarmente impresso per il notevole spiegamento di forze di polizia. Tale spiegamento era dovuto alla presenza del Sen. Giulio Andreotti. Ricordo che allo stesso buffet erano presenti anche Salvo Ignazio e Salvo Antonino, però non sono in grado di dire se i Salvo e il Sen. Andreotti si fossero incontrati prima o se sedessero in quella occasione allo stesso tavolo".

Lo stesso Mazzella, tuttavia, nella deposizione testimoniale resa all’udienza del 29 ottobre 1996, ha sostenuto di non ricordare se i cugini Salvo fossero presenti. Conseguentemente, il verbale di sommarie informazioni rese dal Mazzella in data 9 agosto 1993 è stato acquisito al fascicolo per il dibattimento, nelle parti utilizzate dal P.M. per contestare la sua deposizione dibattimentale.

Le originarie affermazioni del Mazzella sono, però, rimaste prive di riscontro in elementi di convincimento dotati di sicura efficacia dimostrativa. In proposito, occorre premettere che il teste Di Giovanni, all’udienza del 26 settembre 1996, rispondendo alle domande postegli dal P.M., ha affermato che al ricevimento erano presenti entrambi i cugini Salvo, i quali si trovavano all’ingresso dell’albergo al momento dell’arrivo del sen. Andreotti.

Tuttavia il medesimo teste, sentito dal P.M. in data 17 dicembre 1993, aveva riferito quanto segue: "al ricevimento dell'hotel Zagarella ricordo bene la presenza di uno dei cugini Salvo, e precisamente di quello più robusto, con pochi capelli, cioè di Nino Salvo. Non ricordo, invece, se fosse presente Ignazio Salvo".

Essendogli state contestate dalla difesa le suesposte dichiarazioni, il dott. Di Giovanni ha confermato le affermazioni compiute in sede dibattimentale, senza però fornire una logica spiegazione della diversità del ricordo da lui manifestato, a distanza di quasi tre anni dalla prima deposizione, in ordine alla presenza di Ignazio Salvo. Sul punto, infatti, il dott. Di Giovanni ha specificato che il proprio attuale ricordo nasceva dalla visione di alcune fotografie, […].

In proposito, non può trascurarsi di considerare che nel corso dell’istruttoria dibattimentale non è stata acquisita alcuna fotografia che ritragga Ignazio Salvo all’ingresso dell’albergo al momento dell’arrivo del sen. Andreotti. Ne consegue che possono sorgere dei dubbi sulla esattezza del ricordo manifestato dal teste in sede dibattimentale, non essendo possibile individuare ciò che, dopo la data del 17 dicembre 1993, ha suscitato nella sua memoria una diversa ricostruzione dell’episodio.

Peraltro, lo stesso teste, a seguito delle contestazioni mossegli dalla difesa, ha evidenziato la propria incertezza mnemonica, precisando: “può darsi che allora mi sbaglio adesso, non glielo so dire, io non me lo ricordo”.

Anche il verbale delle dichiarazioni rese dal Di Giovanni (quale persona informata sui fatti) in data 17 dicembre 1993 è stato pertanto acquisito al fascicolo per il dibattimento, nelle parti utilizzate dalla difesa per contestare la sua deposizione testimoniale. La evidente ed inspiegabile difformità di contenuto che si riscontra tra le diverse dichiarazioni del teste impedisce di attribuire preminente valore dimostrativo alla sua deposizione dibattimentale.

Gli altri testi escussi nel corso del dibattimento non hanno manifestato alcun preciso ricordo in ordine all’eventuale presenza di Ignazio Salvo, sulla quale, quindi, non è stato acquisito un quadro probatorio dotato del carattere della certezza.

Dall’istruttoria dibattimentale sono, comunque, emersi significativi elementi di convincimento in merito alle modalità dell’incontro tra il sen. Andreotti e Antonino Salvo. All’udienza del 10 ottobre 1996 il teste De Martino ha riferito che Antonino Salvo, dopo avere dato il benvenuto al sen. Andreotti, e dopo avergli stretto la mano, si diresse con quest’ultimo verso il grande salone dell’albergo; quindi, mostrando al sen. Andreotti il salone, Antonino Salvo profferì le parole: “Eccellenza, questa è una sala da 1000 persone”. Il teste ha precisato di avere visto l’imputato insieme con Antonino Salvo per sette o otto minuti, ed ha chiarito che con loro vi erano altre persone. Sulla base dell’incontro tra il sen. Andreotti e Antonino Salvo, il De Martino ebbe “la certezza che si conoscessero”. […].

Del tutto analogo fu il convincimento sviluppato dal teste Sebastiano Conte (in servizio presso l’Hotel Zagarella come secondo barman nel 1979), il quale all’udienza del 18 febbraio 1998 ha dichiarato di avere visto che, dopo il convivio, Antonino Salvo ed il sen. Andreotti discendevano le scale, raggiungevano il porticato e si dirigevano verso la piscina dell’albergo; in questa circostanza, Antonino Salvo ed il sen. Andreotti parlavano tra di loro ed erano seguiti, a distanza di uno o due metri, da sei o sette persone; il Conte, che prestava servizio nel bar (ubicato sotto il porticato), si avvicinò ad Antonino Salvo per chiedere se gradivano un caffè o altro; Antonino Salvo rispose negativamente con un gesto della mano, ed il Conte quindi si allontanò; Antonino Salvo ed il sen. Andreotti proseguirono quindi nel loro percorso. Il Conte ritenne che Antonino Salvo ed il sen. Andreotti si conoscessero avendoli visti in atteggiamento amichevole.

[…] Il contrasto tra le deposizioni rispettivamente rese dai testi De Martino e Conte nella fase delle indagini e nel corso del dibattimento appare riconducibile ad una progressiva precisazione dei ricordi, per effetto di un graduale approfondimento mnemonico su un fatto accaduto molto tempo prima e non più richiamato, medio tempore, alla loro attenzione. La ricchezza di dettagli e la coerenza logica delle dichiarazioni rese dai suddetti testi nel corso del dibattimento ne denotano, comunque, la piena attendibilità ed il preminente valore dimostrativo.

Gli elementi probatori sopra riassunti dimostrano, dunque, che Antonino Salvo, dopo avere presenziato al comizio svoltosi all’interno del cinema Nazionale di Palermo (nel quale il sen. Andreotti tenne un discorso di sostegno alla candidatura dell’on. Lima), si recò a Santa Flavia, accolse l’imputato all’ingresso dell’Hotel Zagarella dandogli il benvenuto e stringendogli la mano, lo accompagnò presso il grande salone dell’albergo rimanendo con lui per sette o otto minuti insieme ad altre persone, gli mostrò la sala illustrandone la capienza, e, dopo il convivio, si diresse verso la piscina dell’albergo conversando con l’imputato, seguito a breve distanza da altri soggetti.

L’atteggiamento manifestato, in due diversi momenti dell’incontro conviviale, dal sen. Andreotti e da Antonino Salvo, indusse il De Martino ed il Conte a ritenere che i medesimi soggetti si conoscessero già.

Dalle risultanze dell’istruttoria dibattimentale si desume altresì che il ricevimento tenutosi presso l’Hotel Zagarella in occasione della visita del sen. Andreotti fu ordinato da Antonino Salvo, il quale ne sostenne anche le spese.

Ciò si evince dalla deposizione resa all’udienza del 22 ottobre 1996 dal teste Giovan Giuseppe Amalfitano, il quale ha riferito che, nel periodo in cui si svolse il predetto incontro conviviale, egli prestava servizio presso l’Hotel Zagarella come secondo maitre, ed ebbe quindi occasione di vedere il pro-forma (cioè l’ordine di servizio) relativo alla preparazione del banchetto. Ha precisato che nel pro-forma si faceva espresso riferimento alla visita del sen. Andreotti in Sicilia e si specificava che il banchetto era stato ordinato da Antonino Salvo. Ha evidenziato che quest’ultima indicazione corrispondeva anche all’individuazione del soggetto che pagava le spese del banchetto (“chi è che paga è quello lì che ordina il banchetto”).

Coerente con queste conclusioni è il complessivo contenuto delle dichiarazioni rese dal teste De Martino, il quale, pur affermando di non ricordare con certezza se il costo del banchetto sia stato pagato da Antonino Salvo oppure dalla Democrazia Cristiana, ha chiarito che i partiti politici erano soliti versare con anni di ritardo il corrispettivo delle manifestazioni organizzate per loro conto presso l’Hotel Zagarella, ha ammesso (sia pure a seguito delle contestazioni mossegli dal P.M.) di non serbare ricordo del fatto che il credito relativo alla manifestazione del 7 giugno 1979 sia entrato in sofferenza, ed ha aggiunto che il banchetto in questione gli fu commissionato esclusivamente da Antonino Salvo. […].

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