Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro–tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza di primo grado che ha assolto l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. La sentenza di secondo grado, confermata in Cassazione, ha accertato invece che – fino alla primavera del 1980 – Andreotti aveva avuto rapporti con i boss Cosa Nostra


In data 6 settembre 1976 venne celebrato il matrimonio tra la figlia primogenita di Antonino Salvo, Angela Salvo, ed il dott. Gaetano Sangiorgi. Alla cerimonia nuziale parteciparono, tra gli altri, alcuni esponenti di primario rilievo della corrente andreottiana, come l’on. Salvo Lima e l’on. Mario D’Acquisto.

La presenza dei predetti uomini politici è stata ricordata, nella deposizione resa all’udienza del 23 ottobre 1996, dal teste Armando Celone.

Il teste Antonio Pulizzotto, all’udienza del 22 maggio 1996, ha riferito che una nota della Questura di Palermo del 17 gennaio 1985 evidenziava la presenza, tra gli invitati, dell’on. Salvo Lima, il quale aveva regalato agli sposi una pirofila in argento.

Da più elementi probatori tra loro convergenti è emerso che, in occasione delle nozze, il sen. Andreotti inviò agli sposi un vassoio d’argento.

Una precisa indicazione in questo senso fu fornita nell’agosto 1993 dallo stesso Sangiorgi all’avv. Pietro La Forgia (allora sindaco di Bari, eletto nelle liste del P.D.S., successivamente divenuto senatore ed infine deceduto nel 1995), come è stato riferito dalla vedova di quest’ultimo, sig.ra Rosalba Lo Jacono, nella deposizione testimoniale resa all’udienza del 27 marzo 1997, di cui si riportano i passaggi più rilevanti:

Pm: Ecco, la mattina del 4 Marzo di quest'anno, lei ha chiesto di essere sentita dal dottor Michele Emiliano, Sostituto Procuratore della Repubblica di Bari. Per quale motivo ha chiesto di essere sentita?

Lo Jacono R.: Perché ero a conoscenza di alcuni fatti riguardo a questo processo e ho ritenuto opportuno riferire quello che sapevo.

Pm: Cosa l'ha spinta a recarsi alla Procura di Bari?

Lo Jacono R.: Niente, per poter dare un piccolo contributo alla verità e alla giustizia, tutto qua, non certamente per giudicare o condannare qualcuno.

Pm: Ho capito. Lei e suo marito avete conosciuto i coniugi Gaetano Sangiorgi ed Angela Salvo?

(...)

Lo Jacono R.: Si, li abbiamo conosciuti nel 1993.

Pm: Ecco, vuole raccontare al Tribunale come è avvenuta questa conoscenza?

Lo Jacono R.: Alla... all'albergo delle isole Borromeo a Stresa, nel 1900... Agosto del 1993, il giorno non lo ricordo, ma era d'Agosto.

Pm: Ecco, come mai vi trovavate lì?

Lo Jacono R.: Noi eravamo andati lì come... forma di villeggiatura.

Pm: Noi intende lei e suo marito?

Lo Jacono R.: E c'era in quel periodo una possibilità di frequentare una Beauty Farm, no? E quindi siamo andati lì, abbiamo cominciato a fare queste cure presso l'Hotel delle isole Borromeo. Dopo qualche giorno sono arrivati questi signori Sangiorgi, noi (...) non sapevamo chi fossero e comunque, come succede di solito negli alberghi, quelli che arrivano dopo si rivolgono a quelli che sono già per chiedere come va, come non va e quindi abbiamo conosciuto questi signori, hanno frequentato anche loro la Beauty Farm.

Presidente: La? Che cosa hanno frequentato?

Lo Jacono R.: La Beauty Farm, è una forma di... di cura di salute e di benessere e naturalmente la sera si usciva insieme con altri signori che erano anche lì. Dopo non so se, non ricordo bene se dopo due giorni o tre giorni, mio marito dopo una passeggiata insieme a tutti gli ospiti dell'albergo mi disse: sai chi sono questi signori che sono arrivati pochi giorni fa? Io naturalmente non lo sapevo, dice sono i signori Sangiorgi, la signora è la figlia di Salvo e il marito è il dottor Sangiorgi e aggiunse e questo lo ricordo bene, lui mi ha dichiarato che ha conosciuto Andreotti e che al matrimonio hanno ricevuto un vassoio d'argento.

Pm: Un vassoio d'argento...

Lo Jacono R.: Non aggiunse altro, né ricordo altro, ricordo solo questi due particolari.

Pm: Il vassoio d'argento da chi l'aveva ricevuto?

Lo Jacono R.: Da Andreotti. Non posso aggiungere altro perché non ricordo e poi io, non demmo troppa importanza alla cosa. Dopo qualche anno mi pare che il dottor Sangiorgi, perché siccome si segue sui giornali vari processi, lessi che.... leggemmo che era stato arrestato e naturalmente restammo un po’... scioccati. Poi mio marito nel '85 (rectius ‘95: n.d.e.) è morto e io seguendo gli sviluppi di questo processo, ho ritenuto opportuno fare quello che certamente avrebbe fatto mio marito.

Pm: Ah, quindi lei ha detto seguendo gli sviluppi di questo processo, cioè lo sviluppo che l'ha indotto, ecco, ad andare alla Procura di Bari, siccome lei l'ha già riferito al Procuratore di Bari, se vuole...

Lo Jacono R.: Perché...

Pm: Esatto, cos'è che l'ha spinto da ultimo.

Lo Jacono R.: (...) perché leggendo i giornali e seguendo questo processo, ho letto che ci sono dichiarazioni smentite, dichiarazioni e smentite, oggi si dice una cosa, domani si smentisce, allora ho ritenuto opportuno dire quello che so io.

Pm: Ecco, lei dice dichiarazioni e smentite di qualche soggetto in particolare o in generale?

Lo Jacono R.: No, particolari proprio no, non...

Pm: E... perché lei il 4 Marzo ha detto queste stesse cose che sta dicendo stamattina e ha detto: (...) si, perché quando ho letto sui giornali che questo dottor Sangiorgi prima aveva ammesso una cosa e poi ha ritrattato, perché mi pare che abbia detto che è stato spinto dai magistrati a dichiarare il contrario di quello che aveva detto, allora ho detto.

Lo Jacono R.: Perché leggendo Repubblica, ripeto e seguendo i vari processi, mi pare i primi di Marzo lessi una dichiarazione, una relazione sul processo, dove si diceva che il dottor Sangiorgi aveva smentito la conoscenza di Andreotti e il regalo del vassoio d'argento, aggiungendo che era stato spinto dai magistrati.

Pm: Ed è a questo punto.

Lo Jacono R.: Allora questa cosa mi ha portato ad, a dire quello che io so.

Alla teste sono quindi state mostrate alcune fotografie scattate in occasione del suddetto periodo di vacanza e da lei consegnate al Pm presso il Tribunale di Bari. La teste ha riconosciuto i coniugi Gaetano Sangiorgi ed Angela Salvo nelle immagini in cui essi erano effigiati. Le fotografie sono state acquisite al fascicolo per il dibattimento.

La teste, nel prosieguo dell’esame, ha dichiarato quanto segue:

Pm: E signora, poi lei ha avuto modo di parlare personalmente con la signora Angela Salvo?

Lo Jacono R.: Si.

Pm: Ecco.

Lo Jacono R.: Con la signora, sapete come succede, durante le passeggiate e niente e non, non entrò in particolari, l'unica cosa che mi diceva e si rammaricava di... aver perso il consenso di tutti gli uomini di potere di Palermo e che quando il padre morì in carcere, lei chiese insistentemente la possibilità a queste persone che aveva conosciuto a Palermo, di poter visitare il padre, ma che non... non le avevano mai dato ascolto ed era molto, molto amareggiata per questi fatti.

Pm: Uh! Senta, le parlò di... amicizie con uomini politici?

Lo Jacono R.: No, nomi no, no, parlava di uomini di potere che erano...

Pm: Che erano?

Lo Jacono R.: Conosciuti e frequentavano casa, loro erano molto ossequiati, riveriti e che invece poi avevano voltato le spalle.

Pm: Avevano voltato le spalle.

Lo Jacono R.: Si.

Pm: Disse.

Lo Jacono R.: Solo questo.

Pm: Disse uomini di potere o indicò anche un partito o dei partiti politici?

Lo Jacono R.: No, tutti gli uomini di potere. (...) Poi non posso ricordare perché sono passati tanti anni. (…).

[…] Pm: Ho capito, quindi ritornando sul punto iniziale. Suo marito le disse che Sangiorgi gli aveva confidato esattamente che cosa?

(...)

Lo Jacono R.: Che conoscevano benissimo Andreotti e che al matrimonio avevano ricevuto in regalo un vassoio d'argento.

Pm: Da parte di chi?

Lo Jacono R.: Da parte di Andreotti.

Pm: Questo lo ricorda con certezza.

Lo Jacono R.: Questo me lo ricordo bene.

(...)

Bongiorno G.: Quanto è durata la vostra permanenza a Stresa?

Lo Jacono R.: Dieci giorni.

Bongiorno G.: Quanto è durata la permanenza a Stresa del dottore Sangiorgi e della moglie?

Lo Jacono R.: Loro arrivarono dopo di noi, credo in paio di giorni dopo e non ricordo se partirono prima di noi o ... credo prima.

Bongiorno G.: Lei è in grado di dirmi, quindi, per quanto tempo, per quanti giorni siete stati insieme a Stresa?

Lo Jacono R.: Con precisione no, ma certamente perché il pacchetto di queste cure era una settimana, noi ci fermammo 10 giorni, quindi probabilmente questi signori si sono fermati per una settimana. (...) Quindi arrivando qualche giorno dopo di noi probabilmente non so se li lasciammo lì.(...) O partimmo prima noi, prima loro, non mi ricordo. (...)

Bongiorno G.: Ora quello che le chiedo è questo. Secondo il racconto che le fa suo marito, Sangiorgi nella medesima serata, cioè nella stessa serata gli avrebbe detto io sono Gaetano Sangiorgi e gli avrebbe pure detto Andreotti mi ha regalato questo vassoio, sono suo amico? Cioè nello stesso momento in cui si presenta? Nella stessa serata?

Lo Jacono R.: Si, perché... non mi ricordo se fu la prima sera di conoscenza con queste persone o la seconda, però tornando dalla passeggiata mio marito disse: sai chi sono quei signori? Dico no, no, chi sono? E mi disse sono tizio, caio e sai che mi hanno.. mi ha detto che conoscono bene Andreotti e che... quello che ho già riferito a...

Bongiorno G.: Si, quindi dico, che lei mi conferma che nello stesso contesto Sangiorgi si presentò e fece queste rivelazioni, nella stessa serata, nello stesso momento.

Lo Jacono R.: Si.

Bongiorno G.: Nel corso dello stesso colloquio.

Lo Jacono R.: Si, nella... durante questa passeggiata.

Bongiorno G.: Appena si presentò, si.

Lo Jacono R.: Al ritorno in albergo.

Bongiorno G.: Senta signora, lei ricorda con precisione le parole che le disse suo marito oppure oggi ci sta riferendo il contenuto del discorso che le fece, il senso del discorso che le fece?

Lo Jacono R.: No, le cose più che chiare che io ricordo che mio marito disse sorpreso:sai chi sono questi signori? (...) E mi disse sono Sangiorgi e la signora Salvo. E sai che conoscono, mi ha detto che hanno conosciuto, conoscono Andreotti e che al matrimonio hanno avuto in regalo il vassoio d'argento. Il discorso finì lì. […]

Dalla suesposta deposizione si desume quindi che la teste apprese dal marito che il Sangiorgi gli aveva confermato due circostanze di sicuro rilievo ai fini della prova dei rapporti intercorsi con il sen. Andreotti: la conoscenza del medesimo esponente politico e la ricezione di un suo regalo nuziale consistente in un vassoio d’argento.

In proposito, è appena il caso di osservare che lo stesso tenore letterale del discorso con cui il La Forgia espose alla moglie le informazioni fornitegli dal Sangiorgi (“che conoscevano benissimo Andreotti e che al matrimonio avevano ricevuto in regalo un vassoio d'argento”) denota senza possibilità di dubbio che il rapporto di conoscenza, e la conseguente ricezione del dono, erano riferibili non al Sangiorgi individualmente considerato, bensì alla famiglia formatasi a seguito del suo matrimonio con Angela Salvo; è, del resto, perfettamente logico che il Sangiorgi, collegato da stretti vincoli personali ed economici alla famiglia della moglie, parlando con altre persone riconnettesse anche a se stesso l’intenso legame instaurato con il sen. Andreotti da alcuni dei prossimi congiunti di Angela Salvo.

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