- Matteo Salvini e Giorgia Meloni non hanno neppure aspettato che Carola Rackete intervenisse a un evento dei verdi europei a Milano per attaccarla. «La storia è piena di movimenti e persone minacciate o intimidite perché chiedono giustizia e uguaglianza», dice lei a Domani. «Non mi sorprendono gli attacchi».
- «Il potere teme chi lo contesta e io lo sfido anche sul clima». La capitana Carola rischia l'arresto ora pure per difendere i terreni di un contadino da una compagnia carbonifera nella sua Germania.
- La disobbedienza civile come scelta di vita: in questa intervista Rackete ripercorre le sue ragioni e le sue lotte. Sul campo.
Sembra un paradosso ma non lo è: Carola Rackete disobbedisce per far rispettare le regole. Lo ha fatto nel 2019, come capitana della Sea Watch 3: ha sfidato un blocco navale per condurre in salvo i migranti a Lampedusa, e ogni accusa contro di lei è stata archiviata dai giudici. Salvare vite era un diritto. Lo fa anche oggi, seduta sopra un campo di Lützerath: assieme ad altri attivisti per la giustizia climatica, presidia il fazzoletto di terra dell’ultimo contadino resistente. Una compagnia e



