Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro–tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza di primo grado che ha assolto l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. La sentenza di secondo grado, confermata in Cassazione, ha accertato invece che – fino alla primavera del 1980 – Andreotti aveva avuto rapporti con i boss Cosa Nostra


Il condizionamento esercitato dal gruppo di pressione facente capo ai cugini Salvo sulla vita politica regionale era ben noto all'on. Piersanti Mattarella (già deputato regionale e Presidente della Regione Siciliana, ucciso in un agguato mafioso il 6 gennaio 1980), che esprimeva valutazioni assai negative su di loro nelle sue conversazioni con il fratello Sergio.

Di particolare interesse sono le circostanze riferite dall'on. Sergio Mattarella, che, esaminato quale testimone all'udienza dell'11 luglio 1996, ha dichiarato quanto segue:

Pm: Suo fratello conosceva i cugini Ignazio e Nino Salvo e se li conosceva che tipo di rapporti vi erano?

Mattarella S.: Li conosceva certamente perchè è stato tra l'altro Presidente della Regione e Deputato Regionale essendo i Salvo titolari delle esattorie ovviamente li conosceva, tra l'altro non so se tutte e due ma uno dei due certamente, perchè lo ricordo anch'io, e cioè Nino Salvo frequentava sovente i congressi della Democrazia Cristiana e non solo... frequentava qualche volta i congressi della Democrazia Cristiana. I rapporti erano, come dire, conflittuali sia sul piano politico di partito perchè erano schierati in posizione contrapposta, sia sul piano politico generale perchè Piersanti interpretava il nome dei Salvo (...) come elementi negativi di corrosione e di corruzione della vita politica regionale.

Pm: Suo fratello le ebbe a parlare espressamente dei Salvo a questo proposito lei ha detto "Li interpretava come elementi di corruzione nella vita politica" se ho ben capito, cosa le disse dei Salvo se le disse qualche cosa?

Mattarella S.: Si, naturalmente ne parlavamo, ne abbiamo parlato più volte; la valutazione era questa (...). Ne abbiamo parlato più volte naturalmente; il giudizio, l'opinione che ne esprimeva era di un sospetto, una valutazione di probabile, verosimile rapporto con ambienti mafiosi ma l'elemento principale quello su cui... era quello di un ruolo di inquinamento e corruzione della vita politica regionale, di un gruppo di pressione che dotato di molti mezzi finanziari e clientelari cercava di condizionare e sovente vi riusciva la vita politica regionale.

(...)

Pm: E allora se potesse sinteticamente indicare episodi culminanti di questa contrapposizione tra suo fratello e i cugini Salvo.

Mattarella S.: Si, c'era... i Salvo erano nell'ambito della Democrazia Cristiana vicini all'Onorevole Lima ma formalmente nella loro provincia di Trapani che era la loro provincia erano, come dire, collocati e coordinavano, dirigevano la corrente dorotea.

Pm: Ecco, mi scusi onorevole se la interrompo perchè questo è un punto che va chiarito subito. A Trapani nella corrente dorotea lei ha detto però "Erano vicino all'onorevole Lima" in che senso erano vicini all'Onorevole Lima? A Palermo erano vicini all'Onorevole Lima, a Trapani, in Sicilia?

Mattarella S.: Complessivamente il rapporto politico più intenso politicamente era (...) notoriamente con l'Onorevole Lima pur essendo a Trapani nella loro provincia dove non c'era

infatti solo negli ultimissimi anni una corrente andreottiana, erano a Trapani collocati nell'ambito doroteo ed era un gruppo che di fatto dirigevano (...) ma il rapporto politico non soltanto a Palermo ma anche in sede regionale più stretto lo avevano con l'Onorevole Lima i Salvo nella Democrazia Cristiana.

Pm: Ecco può riferire episodi concreti che dimostrino questo fatto, cioè che i Salvo appoggiavano Lima alla corrente andreottiana?

Mattarella S.: Ma era una cosa notoria, sono degli episodi uno per esempio è quando vi fu nel '60... a fine '68 vi fu la frattura nella corrente fanfaniana di Palermo tra Gioia e Lima e vi fu, non ricordo se fine del '68 o primi del '69, vi fu il Comitato Provinciale in cui si realizzò lo scontro e i Salvo erano notoriamente e palesemente in appoggio alla candidatura espressa da Lima per la sede provinciale che era, se non ricordo male, quella del dottor Dino...

(…)

Mattarella S.: Mi pare, non ne sono certo, ma mi pare che fosse Carmelo Dino il candidato.

Pm: Comunque è certo che il candidato alla (...) segreteria provinciale era un candidato dell'onorevole Lima anche se non è certo sul nome?

Mattarella S.: Erano contrapposte due candidature una espressa dalla corrente fanfaniana Gioia era l'onorevole Muratore e l'altra espressa dal gruppo che si era distaccato dai fanfaniani capitato da Lima che era se non ricordo male Carmelo Dino, i Salvo erano palesemente in appoggio alla parte dei Lima ed erano (...) notoriamente ad aiutare questa aspirazione di vincere la battaglia del partito che invece perse in quella circostanza perchè appoggiato dalle piccole minoranze vinse la parte di Gioia e il segretario l'Onorevole Muratore.

Pm: Mi scusi, quando lei (...) dice "notoriamente" si riferisce a notizie che ha appreso da altri esponenti del partito, i Salvo parlarono con qualcuno della Direzione del Partito per intenderci?

Mattarella S.: Si, adesso non sono in grado di ricordare i singoli comportamenti ma allora si sapeva e si diceva che i Salvo erano intervenuti per appoggiare anche parlando con qualche componente del Comitato Provinciale e comunque appoggiavano... era un fatto notorio insomma, non era una sorpresa per nessuno. Voglio dire questo era stato uno dei motivi per cui i due morotei Piersanti Mattarella e l'altro del Comitato Provinciale si schierarono in appoggio alla candidatura (...) espressa dai fanfaniani perchè ritenevano la parte, la segreteria ispirata da Gioia meno oppressiva delle piccole minoranze di quanto sarebbe stata una segreteria ispirata da Lima e ritenevano l'appoggio dei Salvo a Lima un fatto dirimente per quanto riguardava la loro collocazione.

Pm: Dirimente perchè? Mi scusi, qual era il pericolo costituito da Lima, un pericolo politico o un pericolo di altra natura?

Mattarella S.: Perchè per quel che prima ho detto, perchè si riteneva i Salvo un elemento di inquinamento della vita politica regionale e con le pressioni che esercitavano dalla loro opposizione e perchè c'era questa storia con... "storica" naturalmente nella storia di un partito in sede locale e questa storia era in contrapposizione con i Salvo da parte del gruppo moroteo.

Pm: Quindi la scelta tra il candidato (...) della corrente fanfaniana e il candidato della corrente limiana-andreottiana fu determinata a favore del candidato della corrente fanfaniana se abbiamo ben capito anche perchè Lima era appoggiato dai Salvo?

Mattarella S.: Si.

Pm: E lei ha detto la capacità di influenza dei Salvo sulla vita politica regionale lei ha degli episodi specifici che può riferire che dimostrino questa capacità di influenza?

Mattarella S.: Ma sono cose di...

Pm: Già negli anni '60 per esempio?

Mattarella S.: ...mediamente 30 anni fa e c'è un episodio che è emblematico non so poi quanto io sia in grado, come dire, di comprovarlo ma rientrava tra i fatti non dico notorio sono altre cose, ma tra i fatti di comune conoscenza nella vita politica regionale di allora. Vi era stato a metà anni '60, nei primi anni '60 un Governo Regionale capeggiato dall'Onorevole D'Angelo che da Presidente della Regione aveva, come dire, svolto una lotta molto dura contro le esattorie e contro i Salvo e la gestione che facevano delle esattorie. Il Governo D'Angelo cadde all'improvviso, se non ricordo male nel '64/65 non potendo essere più preciso nelle date, e tutti erano o furono convinti che era stata un'azione dei Salvo degli esattori a togliergli, ad alimentargli una guerra contro, dentro il gruppo della Democrazia Cristiana, dentro la maggioranza. Una cosa eclatante è che poco dopo,

due anni dopo vi furono le elezioni regionali e per quello che era comune convinzione e comune opinione D'Angelo non venne rieletto all'assemblea troncando così la sua carriera politica per l'azione che i Salvo fecero nel suo collegio che era Enna dove era sempre stato eletto o a solo o con un secondo candidato che era, che si ricandidava anche egli l'Onorevole Sammarco che era un personaggio di secondo piano anche piuttosto modesto che condusse in quella circostanza la campagna elettorale con grandi mezzi, con grandi possibilità anche di propaganda e riuscì a sopravanzare le preferenze D'Angelo con generale sorpresa e (...) quella volta un solo seggio vide escluso D'Angelo dall'Assemblea Regionale. Ora nè io nè credo altri abbiam visto una modalità di aiuto dei Salvo su Sammarco ma l'opinione comune era che i Salvo erano intervenuti a sostegno della campagna elettorale di Sammarco per fare raggiungere l'obiettivo di non fare eleggere D'Angelo così come tenuti a vantaggio della campagna di altri partiti (...).

Il solo fatto che si creasse questa convinzione e venisse alimentata questa convinzione creava un effetto, come dire, di preoccupazione, di allarme ed era di per se un fatto di influenza indebita di corruzione della vita politica regionale e vi era la convinzione diffusa che quando si trattava di avere interventi normativi in esattoria i Salvo intervenissero per premere sui deputati in varie maniere. Io non sono in grado di dire con chi e in che modo, non reo neppure allora in attività politica ma questa era la convinzione che si aveva.

Pm: Lei sa se i Salvo in un certo periodo personaggi vicino ai Salvo, legati ai Salvo tentarono di intraprendere un'attività bancaria?

Mattarella S.: Sì, di questo appunto ho parlato in quella deposizione che ricordo bene e che confermo. Quando (...) fu avanzata da un gruppo di cittadini di Salemi (...) la richiesta di seguire una cassa rurale il primo firmatario di questa è il capo-fila quindi di questa cordata di ricandenti (rectius richiedenti, n.d.e.) era Lo Presti e successivamente sostituito dopo alcuni anni da Gianmarinaro (rectius Giammarinaro: n.d.e.). Era notoriamente una richiesta dell'ambiente dei Salvo e Piersanti Mattarella la bloccò, non la fece coltivare, non la fece concedere tanto che (...) in un'inchiesta giornalistica del giornale l'Ora che si svolse in più puntate indicava questo elemento che è uno delle prove dell'avversione dell'ostacolo che l'azione politica di Piersanti Mattarella rappresentava per l'influenza dei Salvo. E in questo... e non ebbero questa concessione che poi fu, se non ricordo male, ottenuta, concessa dopo la morte di Piersanti Mattarella nell'80 e fu bloccata dalla Banca d'Italia. (...) E fu bloccata dalla Banca d'Italia, fu concessa dalla Regione ma bloccata dalla Banca d'Italia.

Pm: Lei (...) ricorda il nome di Lo Presti e di Gianmarinaro (rectius Giammarinaro: n.d.e.)?

Mattarella S.: Mi sembra Ignazio Lo Presti e Gianmarinaro (rectius Giammarinaro: n.d.e.) Giuseppe perchè era quello che poi fu il deputato regionale della Democrazia Cristiana.

Pm: Si tratta di quell'Onorevole Giuseppe Gianmarinaro (rectius Giammarinaro: n.d.e.) che è stato eletto alla Regione Siciliana del 1991?

Mattarella S.: Si, si.

Pm: Di quale corrente fa parte l'onorevole Gianmarinaro (rectius Giammarinaro: n.d.e.)?

Mattarella S.: Gianmarinaro (rectius Giammarinaro: n.d.e.) faceva prima parte della corrente dorotea che era quella appunto che si raccoglieva intorno ai Salvo quando questo si divise negli ultimi anni nell'arco degli anni '80, non ricordo in quale anno con precisione, divenne andreottiano perchè è vicino a Lima e fu candidato alle regionali come gruppo limiamo appunto, come...

Pm: Ignazio Lo Presti è la persona scomparsa durante la cosiddetta guerra di mafia?

Mattarella S.: Si, dovrebbe essere lui.

Pm: Senta in base alla sua esperienza politica in campo regionale e in campo nazionale lei ha operato anche a Roma. La notorietà dei Salvo era confinata in ambito palermitano regionale o anche se ne parlava a Roma, erano conosciuti a Roma?

Mattarella S.: Quando io sono arrivato dalla Camera nell'83 già era cominciata la fase più critica però la notorietà dei Salvo anche polemiche giornalistiche, penso che fosse conosciuto a Roma, non... che fu soggetto di conversazione o di grande notorietà questo perchè era nell'ambiente politico e adesso con la tensione dei giornali era difficile ignorare chi fossero.

Pm: Chi fossero dove a Roma?

Mattarella S.: Difficile ignorare chi fossero.

Pm: A Roma.

Mattarella S.: A Roma si, penso di si.

Dalla deposizione del teste Mattarella si desume, dunque, la particolare intensità del legame politico instaurato dai Salvo con l'on. Lima. Convergono su questa indicazione le affermazioni di numerosi testimoni ed imputati di reato connesso.

In particolare, il teste on. Giuseppe Campione (già Presidente della Provincia di Messina, deputato regionale, segretario regionale della Democrazia Cristiana e Presidente della Regione Siciliana), dopo avere menzionato alcuni episodi costituenti espressione della fortissima influenza dei cugini Salvo nella vita politica regionale, ha evidenziato come fosse visibile il loro appoggio in favore della corrente andreottiana (la quale svolgeva una funzione di guida di un'area molto più vasta e finiva per condizionare anche il comportamento di altre forze politiche), ha riferito che i cugini Salvo furono presenti in occasione di una cena con esponenti politici andreottiani organizzata presso l'abitazione dell'on. Lima per stabilire rapporti cordiali con il Presidente della Regione on. Lo Giudice, ha aggiunto che Antonino Salvo prese parte anche ad un incontro conviviale di esponenti siciliani della corrente andreottiana, svoltosi a Roma prima del congresso regionale di Agrigento della Democrazia Cristiana, ed ha specificato di avere appreso, nel 1991- 1992, che il deputato regionale andreottiano Giuseppe Giammarinaro era vicino ai Salvo.

[...]

Il costante sostegno elettorale offerto dai cugini Salvo ai candidati appartenenti alla corrente andreottiana, in diverse province della Sicilia, è desumibile anche dalla deposizione del teste Francesco Maniglia, il quale negli anni '70 era amministratore della Maniglia S.p.A., operante nel campo dei lavori pubblici non solo in Sicilia, ma anche in altre parti del territorio nazionale ed all'estero.

Il Maniglia, escusso all’udienza del 18 settembre 1996, ha riferito che intorno al 1971-72 conobbe i cugini Salvo, i quali gli furono presentati da Calogero Adamo (rivenditore di imbarcazioni). Instaurò quindi un rapporto di amicizia personale e familiare con i cugini Salvo. Verso il 1973, accettò la proposta, rivoltagli da Antonino Salvo, di divenire socio della Cositur S.p.A., che acquistò la proprietà dell'Hotel Zagarella. Ebbe modo di conoscere e frequentare, insieme ai cugini Salvo, l'on. Claudio Vitalone, con il quale mantenne contatti fino al 1993.

Continuò a frequentare Ignazio Salvo fino a circa un mese prima della sua uccisione.

Il teste ha chiarito che i cugini Salvo erano "promotori in Sicilia della corrente andreottiana" e facevano costantemente propaganda elettorale per i candidati andreottiani. Questa circostanza è nota al Maniglia per esperienza personale, poiché i Salvo in occasione delle competizioni elettorali gli consegnavano volantini da distribuire nei suoi cantieri e lo invitavano a sostenere candidati andreottiani delle province di Palermo, Messina e Catania. I Salvo, inoltre, esprimevano giudizi assai positivi sulle qualità del sen. Andreotti e dell'on. Lima, e, parlando di questioni relative alla propaganda elettorale, facevano riferimento esclusivamente alla corrente andreottiana.

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