Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci dell’ordinanza del 18 marzo 1995, “Azzi+25” di Guido Salvini, il giudice che a Milano provò, a più di vent’anni di distanza dai fatti avvenuti, a far condannare responsabili e complici di una stagione di sangue


Proprio con riferimento al ruolo di Paolo Signorelli merita di essere riportato in questa sede un altro grave episodio riferito da Vinciguerra, episodio che contribuisce ulteriormente a delineare il ruolo e i contatti dell'ideologo di Ordine Nuovo.

Nell'ottobre del 1972 Carlo Cicuttini, autore materiale con Vincenzo Vinciguerra dell'attentato di Peteano e corresponsabile anche del fallito dirottamento di Ronchi dei Legionari a seguito del quale era morto Ivano Boccaccio, aveva prudentemente pensato di allontanarsi dall'Italia. Si era allora mossa la catena di appoggio della sua organizzazione. Vinciguerra aveva accompagnato Cicuttini a Padova da Massimiliano Fachini e quest'ultimo lo aveva portato a Roma da Signorelli. Signorelli, a sua volta, aveva avviato Cicuttini presso elementi di Ordine Nuovo di Genova (probabilmente da Mauro Meli) e con tale ulteriore aiuto Cicuttini aveva raggiunto Barcellona (cfr. int. Vinciguerra 6.6.1991).

Cicuttini aveva tuttavia lasciato alle sue spalle in Italia una prova decisiva che era idonea, se qualcuno se ne fosse accorto, a mettere nel nulla la pista rossa e la pista della malavita comune goriziana inventata dai Carabinieri per l'attentato di Peteano: infatti era rimasto agli atti il nastro registrato contenente la rivendicazione dell'attentato e proveniente dalla viva voce di Cicuttini.

Il prof. Signorelli si era reso conto di questo pericolo che poteva portare le indagini sulla pista giusta ed evidenziare la responsabilità dell'area di Ordine Nuovo. A questo punto l'atteggiamento di Signorelli era cinicamente cambiato ed egli aveva progettato di far eliminare Cicuttini in Spagna al fine di cancellare fisicamente il possibile elemento di prova.

Tale progetto è stato così raccontato da Vinciguerra (int. 30.11.1991): "Posso quindi spiegare che tale episodio avvenne a fine febbraio/primi di marzo del 1973. Fu Cesare Turco, che viveva a Udine ma studiava a Roma e quindi era un po' un elemento di collegamento e di diffusione di notizie, a dirmi che Signorelli stava progettando l'eliminazione fisica di Carlo Cicuttini spacciandola per "soluzione rivoluzionaria" in quanto era a conoscenza delle responsabilità di Cicuttini per Peteano e anche del fatto che se Cicuttini fosse rientrato in Italia, una perizia fonica sulla voce registrata con la telefonata lo avrebbe inchiodato alla sua responsabilità.

Signorelli aveva avuto voce che Cicuttini fosse in qualche modo intenzionato a rientrare in Italia, almeno a dire dello stesso Signorelli, e temeva che un'evidenziazione della responsabilità di Ordine Nuovo per l'attentato di Peteano potesse danneggiare pesantemente la strategia di Paolo Signorelli che poggiava anche sull'accordo fra destra e le forze militari e in particolare i Carabinieri.

Preciso che non fu solo Turco a raccontarmi del progetto di Signorelli, ma anche in un successivo periodo, nell'aprile del 1974 in Spagna, Delle Chiaie me lo confermò, e anche lo stesso Cicuttini.

Appreso questo progetto da Turco, mi recai subito a Roma con la macchina insieme ad un amico e presi un appuntamento con Signorelli. Questi ammise che il progetto c'era e che secondo lui era necessario perché, sempre secondo lui, se Cicuttini fosse rientrato in Italia sarebbe stato un pericolo per la sicurezza di tutti. Io gli risposi che un progetto del genere era inammissibile e che comunque, come Cicuttini aveva obbedito ad un ordine mio, che ero reggente di Udine, così solo io potevo eventualmente decidere una cosa del genere se avessi avuto la prova certa che Cicuttini voleva effettivamente rientrare in Italia. Signorelli convenne che io avevo ragione.

Sull'episodio faccio notare come il progetto di Paolo Signorelli maturi poche settimane prima che i Carabinieri procedano all'arresto dei sette cittadini goriziani accusandoli dell'attentato di Peteano.

Personalmente ritengo che non si tratti di una mera coincidenza temporale, anche perché i Carabinieri nulla potevano avere di concreto contro quelle persone".

In occasione dell'incontro con Signorelli a Roma a seguito del quale il capo di Ordine Nuovo aveva desistito dal progetto di eliminare Cicuttini, Vincenzo Vinciguerra aveva informato Signorelli del tentativo di un certo capitano Gatti, presentatosi come Carabiniere ma probabilmente in servizio presso il S.I.D., di prendere contatti a Udine con Cesare Turco al fine di stabilire un rapporto informativo. Il discorso fra Vinciguerra e Signorelli era quindi caduto sui nomi conosciuti degli ufficiali dei Carabinieri per verificare se Signorelli conoscesse il capitano Gatti o sedicente tale. Signorelli, pur affermando di non conoscere il Gatti, aveva allora sciorinato a Vinciguerra una dozzina di nomi di ufficiali dei Carabinieri in servizio presso il S.I.D. dimostrando così di avere in quell'ambiente non poche conoscenze.

Alla luce del racconto di Vinciguerra il progetto di eliminazione di Cicuttini, al fine di evitare il rischio che potesse essere battuta con successo la pista di Ordine Nuovo per l'attentato di Peteano e la padronanza da parte di Signorelli dei nomi di molti ufficiali del S.I.D. sono circostanze assai indicative dell'internità di Signorelli a tutte le vicende eversive più gravi. Testimoniano inoltre come sia difficile poter ritenere la figura di Signorelli ciò che egli ha sempre cercato di dipingersi e cioè un semplice ideologo della destra radicale.

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