Fabrizio Corona ha riempito giornali e occupato televisioni per raccontare la sua nuova vita da “giornalista” del sito Dillinger. L’ex re dei paparazzi ha rivelato i primi nomi dei giocatori coinvolti nello scandalo calcioscommesse, poi ne ha fatto altri rimediando diffide e annunci di querele.

C’è anche altro nel nuovo inizio del paparazzo, come l’amicizia con Kevin Di Napoli, uomo della banda di Fabrizio Piscitelli, il boss di Ponte Milvio, ucciso a Roma nell’agosto 2019. E ora pure gli affari con la vodka di Escobar. Intervistato da Striscia la Notizia, che lo aveva raggiunto per consegnargli un tapiro, Corona esibiva una maglietta con la scritta: «Pablo Escobar, vodka».

Di cosa si tratta? Per capirlo bisogna andare sul sito di questa nuova avventura imprenditoriale che rimanda alla storia del più grande narcotrafficante della storia: Pablo Escobar, boss senza scrupoli che ha insanguinato la Colombia tra gli anni Ottanta e primi dei Novanta.

Vodka Escobar

«Escobar Inc sta creando e sostenendo progetti legati alla famiglia di Pablo Escobar sotto la guida di Roberto De Jesús Escobar Gaviria, il fratello maggiore biologico di Pablo Escobar. Roberto Escobar è cofondatore di Escobar Inc ed è l'ex account», si legge sul sito nella sezione ‘Chi siamo’. Passiamo alle presentazioni, Pablo Escobar è il noto narcos, re della coca, ucciso in un’operazione della polizia colombiana nel 1993, l’altro Escobar è il fratello.

Non serve citare rapporti di polizia per definirlo basta Wikipedia: «El Osito ("l’Orsetto") è un criminale colombiano, fratello del narcotrafficante defunto Pablo Escobar e co-fondatore nonché contabile del Cartello di Medellín, responsabile di più dell'80 per cento della cocaina spacciata negli Stati Uniti». In pratica Escobar inc è una società fondata, nel 1984, e gestita dal fratello del re della coca che oggi, dopo un passato da criminale, fa impresa.

Ma che c’entra con l’Italia e con la vodka? Una società italiana, la Pev company srl, si occuperà di commercializzare la vodka utilizzando il marchio ‘Pablo Escobar’. «Noi abbiamo fatto un contratto di esclusiva mondiale con la famiglia per un ventennio, noi ci occupiamo della produzione e abbiamo comprato i diritti a usare quel nome. Pagheremo per ogni bottiglia venduta una percentuale alla società di Roberto Escobar, in pratica utilizziamo il nome per lanciare il nostro prodotto, la Vodka, che sarà di grande qualità», dice Federica Minutolo, socia di minoranza dell’azienda, amministrata da Alessandro Musilli. Ma cosa c’entra Corona e perché indossa la vostra maglia anche in tv?

«Ha un accordo con noi per promuovere il nostro marchio, stiamo chiudendo altri accordi con nuovi promotori del prodotto, ma non possiamo ancora annunciarli». Ma così non si pubblicizza una storia di sangue e morte e si alimenta una cassa gestita da un ex criminale? Munitolo ci spiega che si tratta di sfruttare solo un nome noto visto che «mica commercializziamo armi o droga, ma un’ottima vodka, non abbiamo niente da spartire con quella storia».

Il prodotto ancora non è acquistabile anche se i gestori hanno già chiuso un accordo con un fornitore e altri sarebbero in via di definizione. Da tempo se ne parla in alcune zone di Roma, in alcuni bar di Tor Bella Monaca aspettano con ansia l’arrivo del distillato. Il sito che promuove lo sbarco del prodotto in Italia e in Europa è densa di scatti e memorie del fondatore del cartello di Medellin.

In home c’è un’animazione con cubetti di ghiaccio che si incontrano per fondersi, la bottiglia di vetro con logo, una pianta su uno sperone di roccia, e sopra inconfondibile lo scatto che ha reso celebre nel mondo Pablo Escobar, il narcos con il baffo e sotto la data 1984 quando venne fondata la società che oggi presta nome e diritti alla srl italiana.

Sotto ci sono due didascalie per spiegare il progetto a partire dall’apologia della figura dell’imperatore della cocaina, presunto benefattore del popolo colombiano con le sue foto insieme alla locale squadra di calcio e ai bambini.

«Gli investimenti di Pablo Emilio Escobar Gaviria si sono concentrati nella costruzione di progetti abitativi, ospedali e impianti sportivi per le comunità povere in Colombia. Escobar si considerava una figura di Robin Hood, che usava la sua ricchezza e il suo potere per provvedere ai bisognosi e ottenere il sostegno pubblico. Sebbene le sue motivazioni fossero indubbiamente complesse ed egoistiche, queste azioni hanno avuto un impatto positivo sulla vita di molti colombiani che erano stati trascurati dal governo e dalla società in generale», si legge sul sito.

Scrivono così del più grande trafficante di morte e coca che il mondo abbia conosciuto e adesso per celebrarlo vorrebbero riempire di vodka il nostro paese dove Escobar aveva un riferimento, un vero vate, Salvatore Riina, detto Totò, capo della mafia corleonese.

L’altra didascalia riguarda l’imperdibile vodka, si può già prenotare e costa 70 euro: «Questa vodka è un distillato di alta qualità proveniente dalla Polonia, ottenuto dalla distillazione di segale di prima scelta. Con una gradazione alcolica del 40 per cento, questa vodka è molto apprezzata per il suo gusto deciso e pulito e il suo aroma inconfondibile».

Insomma, imperdibile. Il resto del sito racconta la bontà del distillato, le modalità di preparazione associando ogni passaggio produttivo a scatti di modelle colombiane, ma anche la descrizione della bellezza di Medellin, città natale di Escobar da cui prende il nome il suo cartello criminale.

La vodka è pronta a sbarcare in Italia, si parla dell’arrivo del prodotto nelle prossime settimane ai distributori e ha un promotore di eccezione, Fabrizio Corona, che gira con la maglietta e in bella vista il logo del distillato. Dell’ex paparazzo abbiamo già raccontato l’amicizia, celebrata sui social, con Kevin Di Napoli. Ora arriva anche l’imperdibile vodka.

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