La corsa ai vaccini anti-Covid è la più grande operazione commerciale planetaria del Terzo Millennio, La causa scatenante è naturale, la diffusione del coronavirus SARS-Cov-2. L’obiettivo ufficiale è nobile: salvare vite umane ed economie. Ma gli interessi sono economici: macinare profitti stellari vendendo miliardi di dosi in tutto il mondo fino a scadenza indefinita. Le case farmaceutiche fanno legittimamente il lavoro per il quale sono pagate dai loro azionisti; generare dividendi. Però altrettanto legittima è la domanda: quanto ci costa il vaccino e come vengono calcolati i costi?

La nostra tesi, fondata sugli indizi preliminari da noi raccolti, è che alla fine pagheremo più di quanto avremmo dovuto e che la manovra si concluderà con una sproporzionata ripartizione tra pochi dei soldi di molti. Insomma, spese sostenute dalle casse pubbliche e profitti incassati dalle aziende. I meccanismi di finanziamento dei concorrenti in gara non offrono adeguata trasparenza. Le case farmaceutiche hanno finora ottenuto almeno tre rate di pagamento da governi, Ue e agenzie internazionali: i fondi stanziati in passato per lo sviluppo delle tecnologie che oggi permettono di accelerare i tempi, poi i fondi erogati dall’inizio della crisi sanitaria per sostenere lo sviluppo in laboratorio e infine i contributi a fondo perduto per incentivare la produzione. Senza dimenticare i progetti di ricerca condotti in passato da pionieristici scienziati per sviluppare medicinali terapeutici che, se all’epoca non fossero stati tagliati i fondi, avrebbero potuto essere disponibili in anticipo sulla pandemia. E perché oggi si trascurano i farmaci per curare immediatamente chi viene infettato, puntando la maggior parte delle risorse sulla prevenzione tramite vaccino?

I contribuenti, senza accorgersene, hanno già sborsato cifre a 10 zeri prima ancora di poter vedere il prodotto finito e sapere cosa e se funziona. Ma non è tutto. Una volta che i diversi vaccini in pole position saranno approvati dalle autorità di regolamentazione, i paesi dovranno versare ancora più soldi per acquistare le dosi pattuite con le singole aziende. E, vista l’incertezza sulla durata della protezione offerta, le probabilità di reinfezione e la necessità di effettuare frequenti richiami, le quantità che ogni paese dovrà comprare e i quattrini che dovrà tirar fuori potrebbero moltiplicarsi in modo esponenziale. La società civile ha chiesto che, in contropartita della partecipazione pubblica ai costi di sviluppo e produzione dei vaccini, le aziende avrebbero dovuto rinunciare al monopolio sui brevetti, accordando licenze a terzi in modo da aumentare la produzione e rendere il vaccino accessibile a tutti, contenendo al contempo i prezzi.

Tuttavia, i contratti per l’iniziale fase di ricerca non prevedono clausole del genere, mentre quelli per la successiva fase di produzione sono segreti. Pertanto è dubbio se le case farmaceutiche abbiano accettato simili condizioni. In particolare, nonostante i tentativi di diverse Ong, la Commissione europea ha finora rifiutato di pubblicare in tutto in parte il contenuto degli accordi firmati con le singole aziende dall’estate scorsa.

Diversi sono gli aspetti contrattuali sui quali occorre far luce. Le società hanno promesso di vendere e dosi a prezzo di costo. Ma in che modo la Commissione verificherà che il prezzo non ecceda gli effettivi costi  e per quanto tempo i prezzi verranno calmierati ? Inoltre, data la velocità record con cui sono stati sviluppati i vaccini, le aziende hanno chiesto ai governi di accollarsi i rimborsi alle vittime di eventuali effetti collaterali. Ma a quali condizioni ed entro quali limiti sarà lo stato a dover risarcire ? I paesi si sono impegnati a garantire un’equa distribuzione delle dosi anche tra i meno abbienti.

Ma chi pagherà e quali agevolazioni sono previste perché il vaccino abbia ampia diffusione presso popolazioni con poche risorse finanziarie? E, dulcis in fundo, quali sono gli investitori dietro le case farmaceutiche e chi saranno i beneficiari finali della lotteria Covid? Tante questioni che cercheremo di documentare nei mesi a venire, durante i quali i vaccini inizieranno a essere immessi sul mercato.

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Ne parliamo venerdì 18 dicembre ore 17 sul canale Facebook di Domani, con: Sara Albiani, Global Health policy advisor a Oxfam,Viviana Galli, 'Coordinatrice della European Alliance for Responsible R&D and Affordable Medicines, Maria Elena Bottazzi, Co-Direttrice del Texas Children’s Hospital Center for Vaccine Development (in collegamento da Houston).

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