Le nostre facce sono già schedate. Ma la sorveglianza è senza legge

È sempre più chiaro come una tecnologia controversa e potenzialmente lesiva dei diritti di tutti venga presa in considerazione, implementata e testata senza le forme di controlli e contrappesi democratici che invece sarebbero dovuti e urgenti

  • Il riconoscimento facciale è già una realtà presente. Sta diventando una delle tecnologie più utilizzate da governi, agenzie di intelligence e forze dell’ordine per monitorare gli spazi pubblici e attuare varie forme di sorveglianza.
  • La letteratura scientifica da tempo si concentra su aspetti profondamente controversi: la reale efficacia per finalità anti crimine o anti terrorismo e la natura inerentemente propensa a riprodurre in fase di progettazione i bias a cominciare da quelli razziali.
  • Mancano però framework legali chiari. Il limbo di regolamentazione genera abusi.

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