Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci delle motivazioni della sentenza di secondo grado sul processo Montante


Il gup esamina poi partitamente una serie di verifiche fiscali "anomale", svolte da Orfanello secondo la logica tracciata dalle dichiarazioni di Giovanni Crescente e anche di Marco Venturi, quella di colpire i nemici di Montante e di favorirne gli amici.

In particolare:

I. la verifica fiscale nei confronti del commercialista dott. Paolo Buono, verifica extra programma, autorizzata da Ardizzone, svolta subito dopo che il professionista nominato consulente tecnico del P.M. in un procedimento penale relativo ai reati fallimentari contestati a Gioacchini Polizzi per la decozione di Arredi Polizzi s.r.l. e di FA.SI. s.r.l., aveva segnalato anomalie suscettibili di approfondimento nei rapporti commerciali intercorsi tra la Arredi Polizzi s.r.l. e la SIDERCEM di Venturi e la MSA s.p.a. Di Montante.

Il P.M. aveva delegato ulteriori indagini al Nucleo P.T. e l'esito della delega fu predisposto (facendosi collaborare da Sanfilippo e dal mar. Bannò) da Orfanello, che confutò tutti i rilievi del consulente dott. Buono per prendere poi l'iniziativa (extraprogramma, come si è detto) di sottoporlo a verifica fiscale; la delega del P.M. al Nucleo P.T. (consegnata a mani di Orfanello) è del 5.8.2010, mentre l'esito giunse al P.M. solo 1'11.3.2011; la verifica a carico di Buono fu disposta con richiesta di Orfanello in data 28.1.2011, fu autorizzata da Ardizzone il 2.2.2011, ebbe inizio il 17.2.2011 e si protrasse fino al 3.10.2011; frattanto, come riferito nelle sue dichiarazioni dal Venturi, Montante aveva avuto notizie già nell'estate del 2010 dell'indagine su Polizzi e del rischio di essere coinvolti; e in effetti le anomalie contabili assai rilevanti segnalate da Buono (pagamenti in contanti, operazioni non riscontrate nella documentazione contabile o annotate in maniera difforme nei registri delle due parti, etc.) sono state valutate come fortemente indicative di operazioni opache dal giudice di primo grado, che al contempo ha segnalato la deliberata e pervicace superficialità degli accertamenti svolti successivamente da Orfanello, peraltro in un arco temporale ingiustificatamente lungo;

2. la verifica fiscale del marzo 2011 nei confronti della Lo Cascio Salvatore & c. s.r.l. e della SILAMPLAST s.r.l. di Mistretta Salvatore, nonché una serie di controlli in materia edilizia a loro carico, conclusasi con l'archiviazione dei relativi procedimenti penali.

Lo Cascio e Mistretta erano due imprenditori che si erano opposti all'ascesa di Montante all'interno di Confindustria, formulando anche pubblicamente rilievi critici nei confronti suoi e della sua azione e denunciando sin dal 2005 che egli era sottoposto ad indagini da parte di uffici inquirenti del Nord (in particolare da Asti); di contro Montante, unitamente ad altri esponenti della politica e dell'imprenditoria con lui solidali, come l'on. Giuseppe Lumia e il presidente della Regione dell'epoca Rosario Crocetta, li avevano additati come persone che intrattenevano rapporti con ambienti di malaffare, stigmatizzando la loro vicinanza all'ing. Pietro Di Vincenzo, il quale, come più volte detto, costituiva - nella prospettazione di Montante - l'apice di una classe dirigente compromessa con la mafia, che aveva esercitato potere sul territorio e che andava esautorata perché con le sue iniziative avrebbe potuto fermare il nuovo corso legalitario dell'organizzazione confindustriale.

Nel mese di marzo 2011 la Lo Cascio Salvatore & C. s.r.l. e la SIMPLAST s.r.l. di Mistretta avevano subito ciascuno una verifica fiscale diretta dal magg. Orfanello, nonché dei controlli in materia edilizia con l'ausilio dei funzionari ASI di Caltanissetta e della direzione urbanistica del Comune di Caltanissetta.

Gli accertamenti si inserivano in un'iniziativa di Orfanello sulla base di un anonimo che denunciava asserite irregolarità commesse da Mistretta quando era vicepresidente dell'ASI in sede di cessione di lotti di terreno in favore di alcune imprese. Veniva pure redatta una comunicazione di notizia

di reato per l'illecito di cui all'art. 323 c.p. a carico di Mistretta, Lo Cascio, Umberto Cortese e Salvatore Iacuzzo, soggetti che negli appunti di Montante, ma anche in dichiarazioni pubbliche delle persone a lui più vicine, venivano indicate come figure vicine ad ambienti criminali o comunque insofferenti rispetto alle politiche di ripristino della legalità.

Alcune di queste iniziative originavano anche dagli esposti di Cicero, divenuto frattanto commissario dell' ASI, il quale ha riferito di essere stato invogliato da Montante a presentarli alla Guardia di Finanza di Caltanissetta, piuttosto che ad altri organismi di polizia giudiziaria, sottolineando la specifica formazione di tale forza di polizia e la particolare preparazione e severità del Col. Ardizzone e del magg. Orfanello.

Come ha riferito il mar. Cravotta, l'esposto anonimo non fu, secondo prassi, sottoposto ad una prima verifica da parte di un sottufficiale per valutarne il fumus, ma fu inoltrato da Orfanello direttamente in Procura sollecitando una delega. Poi Orfanello ordinò ai suoi sottoposti Cravatta, Di Naro e Matrascia di essere veloci nello svolgere le indagini e di trovare un reato.

L'indagine si concludeva con un'ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Cascio, Mistretta, Iacuzzo e Cortese per via della concessione in comodato d'uso di un lotto consortile a favore dell'imprenditore Salvatore Rizza, al quale era stata contestata in un procedimento penale l'appartenenza alla famiglia mafiosa di "cosa nostra".

L'esito delle verifiche fiscali a carico di Lo Cascio condussero a contestazioni di lievissima entità. Per la SILAMPLAST di Mistretta gli operanti dovettero constatare la regolarità di ogni profilo contabile e, pur di approfondire gli accertamenti e di giustificare quelli bancari (di solito svolti in corso di verifica o in presenza di significative anomalie), il Lgt Sanfilippo motivò la scelta evocando non meglio specificate "informali notizie" circa la possibilità che sotto l'apparenza di regolarità di tutte le operazioni potesse essere svolta dalla società attività di produzione "in nero". Anche questi accertamenti non portarono ad alcun risultato. Il gup evidenziava anche che su tutti i soggetti che erano stati colpiti da questa spasmodica attenzione investigativa in epoca precedente erano stati effettuati accessi abusivi allo SDI nell'interesse di Montante.

3. la verifica fiscale svolta nel 2013 a carico di Pasquale Tomatore, imprenditore che aveva manifestato anche pubblicamente dissenso nei confronti delle iniziative di Montante e al quale era dedicata un'intera carpetta nella "stanza segreta" dell'abitazione di Serradifalco con appunti significativi relativi agli accessi abusivi a suo carico presso Io SDI e in ordine a varie circostanze grazie alle quali Montante riteneva di poter dimostrare che Tomatore faceva parte del circuito di Pietro Di Vincenzo e che era vicino alla mafia locale.

Il controllo riguardava la Thaos Comunicazione integrata di Tomatore P.C. & C. s.a.s., era iniziata il 16.4.2012 e si era conclusa il 7.9.2012; si era svolta con la verifica della regolarità contabile della documentazione acquisita ai fini IVA e imposte dirette per l'intero anno 2010. Il controllo si era chiuso senza riscontrare alcuna irregolarità.

La verifica era stata avviata dal magg. Orfanello sulla base di un mero sospetto di emissione di fatture per operazioni inesistente in ragione del solo settore di competenza della s.a.s.; egli aveva mandato una mail al comandante della Compagnia della Guardia di Finanza (mettendo per conoscenza il Col. Ardizzone) parlando semplicemente di una segnalazione, non meglio specificata, ma attendibile, "anche perché il settore, come ben sai, si presta notoriamente all'emissione di FOI".

Non si trattava di verifica di competenza del reparto comandato da Orfanello, che infatti con quella mail aveva chiesto un nulla osta per un accertamento in deroga, peraltro con modalità del tutto singolari. Negli appunti di Montante si legge che Tomatore faceva operazioni inesistenti. I clienti della Thaos ai quali Orfanello mandò i questionari durante le verifiche corrispondevano in gran parte ad un elenco trovato nella cartellina dedicata a Tornatore e custodita da Montante.

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