Tanta politica, ma declinata in mille modi differenti. Gli anni Settanta sono anche musica, teatro, cultura. Un fermento intellettuale che si propaga in tutta la città, in tutti i quartieri. Una voglia di cambiamento che approfondisce il solco fra “due Verone” che se non si odiano certo non si parlano. A farla da protagonisti, nella città scaligera lontana dall’industria culturale, sono soprattutto il teatro e la musica. Un filo sottile lega esperienze diverse fra ricerca e commedia dialettale. Si riscoprono le tradizioni, nascono i canzonieri e i cantautori. E poi c’è la serata per eccellenza. 6 settembre 1975: all’Arena di Verona va in scena la musica cilena.  Vi raccontiamo tutto attraverso la voce di chi c’era.

Il podcast

Com’erano davvero gli anni Settanta? La plumbea fase della “strategia della tensione” o gli anni della “crescita democratica”? Il buio tunnel del terrorismo o il periodo della fantasia ribelle? Il nostro nuovo podcast, “Volevamo volare – noi ragazzi negli anni ‘70”, a cura di Paolo Butturini, Akùo e Overpress Media, racconta alcune storie di chi quel momento l’ha abitato prima adolescente, poi giovane.

Un’esperienza che non si svolge a Milano, Torino, Roma o Napoli, ma a Verona, una piccola, bellissima città, poco raccontata e ancor meno analizzata. Una zona allora periferica, ritenuta tale sino a poco tempo fa, nella quale, per contro, si annidavano le antinomie politiche, sociali e culturali che partorirono le tensioni generazionali e di classe, i terrorismi rosso e nero, gli squilibri e le questioni insolute che ci trasciniamo ancora oggi.

Il podcast è suddiviso in 10 puntate (ne esce una ogni mercoledì dal 4 maggio) che attraversano il decennio fermandosi all’anno prima del rapimento di Aldo Moro Moro, 1978, episodio che segna una rottura e l’entrata dell’Italia in un’altra fase storica. Ora che la moda, la musica, l’arte, ripropongono immagini, look e tic di quel tempo, cerchiamo di restituirvelo con uno sguardo dal basso, nella sua ingenua e indisciplinata vitalità.

Fateci sapere cosa ne pensate, scriveteci le vostre impressioni alla mail lettori@editorialedomani.it.

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